L’impatto del fattore S «Fatturato triplicato per il club viola e benefici per la città»
Tu chiamalo, se vuoi, «fattore S». Dove S sta, appunto, per stadio. Una specie di acceleratore di particelle. Un investimento da 250 milioni capace, però, di portarne in dote (parecchi) di più. Perché oggi, parlare di un nuovo impianto, significa ampliare (e parecchio) il discorso.
E lo studio sull’impatto economico presentato ieri da Monitor Deloitte Strategy Consulting lo ha spiegato nel dettaglio. Si parte, ovviamente, dall’effetto che più sta a cuore ai tifosi: la competitività della squadra. «Oggi — ha spiegato Luigi Capitanio di Deloitte — il club ha un fatturato pari a 93,2 milioni e col nuovo stadio potrebbe passare a 225 milioni».
Un triplo salto in avanti, che porterebbe la società di Commisso a ridurre al 50% il gap con i top club europei che oggi, in media, hanno ricavi per 464 milioni. Questo perché la costruzione di un nuovo impianto avrebbe riflessi su tutti quei fattori che concorrono alla crescita economica di un club: diritti tv, merchandising, vendita dei biglietti. Un nuovo Franchi che dovrebbe avere una capienza di 42.000 spettatori con suite, box, ristoranti e bar e che prevede complessivamente un’area di 50.000 metri quadri comprensiva di interno ed esterno destinata ad attività commerciali, alloggi e uffici, accessibili sette giorni su sette.
Tutto questo, oltre che portare risorse alla Fiorentina, farebbe da volano per un maggior sviluppo del quartiere, e dell’intera città. Sono cinque, nel dettaglio, i «macro benefici» individuati: Fiorentina tra i top club europei, sviluppo di attività commerciali di terze parti (capaci di generare un indotto da 1.261 milioni), entrate extra per la Pubblica Amministrazione (si parla di un gettito fiscale pari a 954 milioni), nuovi posti di lavoro (si immagina una riduzione del 10% degli attuali 13.000 disoccupati fiorentini), sviluppo di Campo di Marte con un sensibile aumento, ad esempio, del valore degli immobili.
Totale? Un impatto economico pari a 5 miliardi di euro in dieci anni. Una spinta forte insomma. Per la Fiorentina, e per Firenze. Come detto, ciò che più interessa il tifoso (e
Commisso) è la crescita del club. Per competere, lo stadio non è fondamentale: se non aumentano i ricavi, non si può spendere, e se non si può spendere, non si può essere competitivi. Certo, c’è sempre l’esempio di Atalanta e Lazio (non a caso più volte elogiati da Rocco). Club con fatturati simili alla Fiorentina che, comunque, stanno lassù. Servono competenze, e chiarezza di idee, scelte giuste. Con un nuovo impianto però, tutto sarebbe più veloce.