Corriere Fiorentino

Martina vola

La favola continua, Trevisan agli ottavi del Roland Garros

- di Marco Massetani

Dopo gli anni logoranti dell’anoressia, i sorrisi sull’argilla più famosa del mondo. «Voglio dire a tutti quelli che stanno attraversa­ndo momenti difficili di non smettere mai di cercare la luce, perché alla fine del buio c’è sempre la luce», afferma Martina Trevisan, 26 anni, tennista fiorentina diventata in pochi giorni la dolce sorpresa del Roland Garros 2020.

Un immenso talento spalmato su appena 160 centimetri, smarrito e ora ritrovato fino a irrompere negli ottavi di finale di Parigi da n.159 Wta e di permetters­i di eliminare nell’ordine tre top 100: la connaziona­le Camila Giorgi (75), la baby-prodigio statuniten­se Coco Gauff (51) e venerdì anche la greca Maria Sakkari (24), rimontata e abbattuta in tre set al termine di una lunga battaglia di muscoli e nervi (16, 76, 63 il finale).

«Brava brava bravissima», scrivevano con un pennarello nero, su un foglio di carta apposto nella bacheca del circolo, i dirigenti del Tennis Club Santa Croce sull’Arno (dove è cresciuta con l’attuale coach Matteo Catarsi) ogni volta che Martina tornava vittoriosa con un trofeo regionale o con quei titoli nazionali giovanili (under 12, 14 e 16) che ne facevano una predestina­ta al successo, lei figlia di sportivi (la madre Monica maestra di tennis, babbo Claudio ex calciatore di serie B con Mantova e Sambenedet­tese) e lanciata sui grandi palcosceni­ci come il fratello Matteo (arrivato n.1 al mondo tra gli juniores). Poi il salto nel profession­ismo, le troppe pressioni, un equilibrio interiore che si è rarefatto, l’ultimo torneo disputato sulla terra rossa di Vinaros in Spagna nel dicembre 2009, e infine il grande buio della depression­e e dell’anoressia: oltre quattro anni di stop, in realtà il match più lungo e più difficile da vincere e su una superficie sconosciut­a. «Il tennis era diventato un ambiente nel quale non mi sentivo più a mio agio, sentivo che non era un capitolo chiuso della mia vita ma avevo altre priorità in quel momento», confesserà Martina, una volta guarita grazie alle cure di una psicologa, alla vicinanza dei familiari, all’affetto degli amici più stretti.

Il ritorno alla normalità è cominciato con le lezioni tenute come maestra al CT Pontedera, con le partite in serie A nel TC Prato, con il rientro nel circuito maggiore e la convocazio­ne nell’Italia di Fed Cup. Ed eccola di nuovo lì, Martina, a recuperare posizioni su posizioni nel ranking mondiale con quel dritto mancino giocato incrociato o accelerato in lungolinea, un colpo che lascia ancora incantati, oggi come ieri. «Sono veramente morta, non avevo più energie», le sue dichiarazi­oni dopo la vittoria nei sedicesimi contro la Sakkari. Oggi a Parigi ci sarà un’altra montagna da scalare: Kiki Bertens, l’olandese n. 8 al mondo che può vantare 20 titoli Wta tra singolare e doppio e che è stata la giustizier­a di Sara Errani al secondo turno. Vincendo, la Trevisan diventereb­be la tennista toscana che ha fatto più strada in uno Slam.

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 ??  ?? Gioia Martina Trevisan, 26 anni, fiorentina, esulta dopo la vittoria ai sedicesimi del Roland Garros
Gioia Martina Trevisan, 26 anni, fiorentina, esulta dopo la vittoria ai sedicesimi del Roland Garros

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