Corriere Fiorentino

Trionfo al Maggio per Placido Domingo È pronto a tornare

Maggio: bis per «Va’ pensiero» e lunghi applausi per il protagonis­ta che è pronto a tornare

- di Francesco Ermini Polacci

Al Maggio torna il Nabucco di Verdi nello spettacolo di Leo Muscato, nato per Cagliari, a Firenze già accolto favorevolm­ente nel 2014 e 2016. Ed è, anzitutto, il Nabucco di Placido Domingo. Un trionfo meritatiss­imo per lui, che in molti pensavamo esser stato chiamato per mere ragioni strategich­e di appeal nel cartellone.

E invece Domingo, con la sua splendida età, uscito indenne dal Covid, incarna un Nabucco di grande e signorile presenza scenica, con maestosità di portamento e verità espressiva. E lo interpreta con una voce che potrà essere anpiù limitata rispetto a un tempo e che ha qualche imprecisio­ne nell’articolazi­one, ma che modella le frasi con nobiltà e autorevole­zza, e nella quale possono affiorare le note smaltate dell’antico tenore. Commovente è la grande aria Dio di Giuda, nel quarto atto, salutata da pieni applausi perché Domingo le conferisce un morbido calore e una flessibili­tà espressiva toccanti. Ma questo è anche il Nabucco di Leo Muscato, lo stesso regista che per il Maggio aveva firmato una Carmen fasulla (quella dove la protagonis­ta non muore, ma uccide) e che qui porta invece in uno spettacolo coerente e teatralmen­te efficace nella sua lineare essenziali­tà. Anzi, gli aggiustame­nti imposti dalle norme anti-covid lo migliorano sul piano della pulizia narrativa: nel rispetto del distanziam­ento, le masse corali sono distribuit­e con un ordine che mancava alla precedente ripresa; spariti il bunker dove erano asserragli­ati gli ebrei e le pareti mobili, rimangono pochi ma emblematic­i elementi delle scene (Tiziano Santi) in uno spazio dal nuovo respiro, e nel quale si muovono sensatamen­te i personaggi con gli abiti dalle antiche fogge meche dioriental­i (Silvia Aymonino) e accompagna­ti da luci funzionali (Alessandro Verazzi). Maria José Siri interpreta per la prima volta Abigaille, ed è un debutto che convince a metà: non tanto per la capaciscen­a tà di immedesima­zione, quanto per una voce che non possiede ancora pienamente il timbro scuro e la drammatici­tà incisiva del ruolo. Ismaele ha la voce spavalda e lucente del bravo Fabio Sartori, e lo Zaccaria di Alexander Vinogradov sfoggia un bel volume pieno. Caterina Piva è un’ottima Fenena, e adeguati sono Alessio Cacciamani (Gran sacerdote), Alfonso Zambuto (Abdallo) e Carmen Buendia (Anna). Sicuro e attento, ma senza particolar­i slanci, Paolo Carignani guida l’Orchestra del Maggio. Ma un plauso particolar­e va alla prova del Coro, che nel tripudio generale bissa il Va’ pensiero. E intanto, Pereira ha chiesto a Domingo di tornare al Maggio: per I due Foscari di Verdi.

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La prima del «Nabucco» di domenica sera al Maggio con Placido Domingo
In scena La prima del «Nabucco» di domenica sera al Maggio con Placido Domingo

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