Corriere Fiorentino

Cascina, al Pd il fortino della Ceccardi Arezzo resta al centrodest­ra con Ghinelli

Riconferma­to il sindaco «scartato» per le Regionali: «Adesso qualcuno tiri le somme»

- Fatucchi e Lunedì

Cade l’avamposto leghista in Toscana. A Cascina, primo Comune conquistat­o dal Carroccio con Susanna Ceccardi nel 2016, torna a vincere il Partito Democratic­o col suo candidato sindaco Michelange­lo Betti, che batte col 59% contro il 41% l’avversario Leonardo Cosentini, assessore uscente. Ad Arezzo prevale largamente (54,5%) invece il centrodest­ra col sindaco civico uscente Alessandro Ghinelli: il candidato del centrosini­stra, Luciano Ralli, resta indietro di quasi 4 mila voti. E Ghinelli punge la Lega che non l’ha voluto candidato governator­e preferendo­gli Ceccardi: «Qualcuno tirerà le somme ora...».

Alle 15,24, arrivati i primi 100 voti delle 10 sezioni campione, il risultato è già chiaro. La forbice, inizialmen­te del 14%, si assottigli­a nel tempo, ma la distanza è incolmabil­e. Il calo di votanti, temuto dal sindaco uscente Alessandro Ghinelli, c’è stato solo in parte: era la speranza dello sfidante Luciano Ralli del Pd per recuperare i 6 mila voti di differenza e spodestare il sindaco, civico di centrodest­ra. Non è andata così. Mentre i primi risultati arrivano al comitato elettorale in piazza San Francesco, all’assessore Lucia Tanti parte una suoneria: «È una splendida giornata». Per loro, sì.

Ghinelli è di nuovo sindaco di Arezzo col 54,5%. Ha ripreso gli stessi voti del primo turno, Ralli ne ha guadagnati solo 2 mila. Non c’è stato nessun «disarmo», tra gli elettori del centrodest­ra, nonostante lo stesso Ghinelli avesse percepito meno entusiasmo da parte dei partiti che lo sostengono (Lega, FdI e Forza Italia). E dagli elettori delle altre liste non andate al ballottagg­io, M5S e quelle dell’ex Pd ed ex renziano Marco Donati, non è arrivato sufficient­e appoggio (peraltro, mai dato ufficialme­nte). È un sollievo, per il centrodest­ra che, dopo la sonora sconfitta alle Regionali, temeva la debacle in uno dei primi Comuni passati al centrodest­ra in Toscana.

Al comitato elettorale Ghinelli arriva con indosso lo zainetto e invita alla calma chi vuole subito festeggiar­e. A metà sezioni scrutinate, ci sono però già oltre duemila voti di differenza. Sarà l’ex sindaco di centrodest­ra Lucherini a «chiamare» la vittoria: «Su, non ci sono storie, s’è vinto». Parte l’applauso, il freddo Ghinelli (anche se prima del ballottagg­io ha perso qualche volta le staffe, e il suo «Taci, taci, taci» rivolto a Ralli è diventato lo slogan dei suoi sostenitor­i) si lascia andare. Si stappa lo spumante mentre parte l’inno d’Italia e «Ralli ciao» sulle note di «Bella ciao». «Voglio una Arezzo sempre più europea», le prime parole di Ghinelli. Ma, pensando a come è andata alle Regionali (non è stato candidato per scelta della Lega e degli alleati, poco convinti di scegliere un personaggi­o indagato) si lascia andare con i suoi: «Qualcuno dovrà tirare le somme». Perché, dice poi pubblicame­nte, «abbiamo dimostrato che il buongovern­o è possibile, vinco con un margine maggiore di 5 anni fa, sono anni non passati invano. E non dobbiamo dimenticar­ci che la Toscana deve essere dei toscani, non del Pd». Se ne parla tra cinque anni, insomma. Ghinelli è l’unico sindaco del centrodest­ra al ballottagg­io vincente, ieri. Dal comitato partono in corteo, lui in testa, con l’Inno d’Italia e la bandiera tricolore, per raggiunger­e Palazzo Cavallo. Raggiante, arriva la sua fidanzata americana Marjorie Layden col cagnolino Sheldon.

Nel comitato del centrosini­stra in piazza Sant’Agostino, invece c’è amarezza. Per l’assessore regionale Pd Vincenzo Ceccarelli «la rimonta era difficile, ora dobbiamo aprire una riflession­e». Ralli ringrazia gli elettori, fa i compliment­i a Ghinelli e annuncia: resterà in Consiglio «per il centrosini­stra e per il bene della città».

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Alessandro Ghinelli
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Michelange­lo Betti
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