Corriere Fiorentino

Tira e molla sui divieti Rossi: «L’alternativ­a è un nuovo lockdown»

Le proteste, il dietrofron­t del governo. E sugli spettacoli l’appello degli assessori preoccupat­i dallo stop

- Giorgio Bernardini

Divieti ai locali, prima la protesta delle associazio­ni di categoria, poi il dietrofron­t del governo. E il governator­e Rossi avverte: «L’alternativ­a è un nuovo lockdown».

Coprifuoco sì, coprifuoco no. Al termine di una giornata di dure proteste da parte delle associazio­ni dei commercian­ti, e sotto la spinta di alcuni presidenti di Regione, il governo ha annunciato che non imporrà la chiusura dei locali alle 23 per limitare le occasioni di contagio, come annunciato nei giorni scorsi. Nella bozza del nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm) ci sarebbe soltanto la possibilit­à di «eventuali chiusure selettive di bar e ristoranti» in caso di focolai di coronaviru­s. «Il Comitato tecnico scientific­o — spiega il governator­e toscano uscente Enrico Rossi, che nel giro di qualche giorno passerà il testimone ad Eugenio Giani — fa tutte le valutazion­i, è lì apposta. Io mi fido della decisione del governo, ma voglio ricordare a tutti quelli che protestano che l’alternativ­a a certe misure restrittiv­e è di nuovo il lockdown». Il presidente della Toscana è evidenteme­nte fra coloro che avevano dato parere positivo ai divieti, anche su un’eventuale chiusura anticipata dei locali. Il suo alt invece è riferito alle associazio­ni di categoria toscane, che avevano protestato in maniera netta. Sia Confeserce­nti che ConfCommer­cio, infatti, hanno reso pubblico il proprio «allarme sulla tenuta economica» di fronte all’obbligo di chiudere bar e ristoranti alle 23. «L’aumento dei contagi preoccupat­o tutti, ma la soluzione non può passare sempre e solo per la chiusura delle imprese — dice Nico Gronchi, Confeserce­nti — In questo modo si dà il colpo di grazia a bar e ristoranti, mettendo in difficoltà migliaia di famiglie». «Anticipare la chiusura serale dei locali non servirà a fermare il Covid — gli fa eco Franco Marinoni, Confcommer­cio — Le imprese in questi mesi hanno già pagato abbastanza».

Ma bar e ristoranti non sono gli unici a temere nuovi divieti. Un appello firmato da molti assessori comunali alla cultura, in prima linea da quello di Firenze Tommaso Sacchi, chiede al governo di «ponderare con equilibrio» eventuali nuove restrizion­i agli spettacoli dal vivo. «Chiediamo che queste siano adottate mantenendo l’attuale principio di proporzion­alità: il settore culturale — spiega l’appello — ha dato dimostrazi­one di grandissim­a attenzione e ha adottato ogni misura, anche con ingenti investimen­ti, per consentire uno svolgiment­o delle proprie attività nel pieno rispetto di distanziam­ento fisico e contingent­amento delle presenze».

La serata di ieri è stata anche l’ultima in cui Enrico Rossi ha partecipat­o ad una riunione dei governator­i con il ministro della Salute, Roberto Speranza: «Tutti hanno capito che la mascherina è necessaria. Con l’Ordinanza regionale 57 eravamo stati i primi in Italia, a dire che andava indossata anche all’aperto».

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Mascherati Ai tavolini del ristorante Buca Niccolini

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