Corriere Fiorentino

Cascina, cade il fortino leghista Il Pd festeggia con «Bella ciao»

Il Democratic­o Betti batte il candidato vicino a Ceccardi, sconfitto in tutte le sezioni

- Luca Lunedì

Se è stata restaurazi­one o liberazion­e è questione di punti di vista, i numeri usciti dalle urne raccontano però di una marea rossa che ha sommerso il fortino verde. Cascina cade e con lei si ammaina la bandiera sovranista: era la Stalingrad­o pisana, simbolo di un potere comunista mai scalfito in decenni, e nel 2016 era diventata il simbolo dell’ascesa verticale di Susanna Ceccardi e del ruspismo salviniano. Una storia che si è interrotta poco dopo le 16 di ieri quando, seggio dopo seggio, è stato chiaro che Michelange­lo Betti del Pd sarebbe diventato sindaco.

È finita poi con un cappotto, 36 sezioni su 36 al centrosini­stra, 59 a 41 in percentual­e, più di 3 mila voti di distacco al candidato del centrodest­ra Leonardo Cosentini (Lega). Betti tiene il profilo basso, alla piccola folla che si è radunata all’esterno del comitato elettorale in corso Matteotti e lo acclama, predica calma ma alla fine si deve arrendere alla pressione. «Siamo riusciti a voltare pagina — le sue prime parole — non era banale, quando siamo partiti, nel 2016, sembrava in salita, lo è stato fino alle Europee. In questi mesi il lavoro che abbiamo fatto ha dato i suoi frutti, siamo partiti con una coalizione che aveva una sua fisionomia ma siamo stati in grado di ridefinirn­e i contorni firmando un apparentam­ento con le liste di Cristiano Masi e dei Cinque Stelle, abbiamo dimostrato di crederci fino in fondo». Un matrimonio che ne ha fatto un unicum in Toscana e che gli è costato l’appoggio di Italia Viva, uscita dalla coalizione a 24 ore dal ballottagg­io, e che potrebbe essere l’embrione di un modello da esportare: «Noi qui siamo partiti da un confronto sul programma, penso che questo possa avvenire a tutti i livelli». Non parla di rivincita, non rientra nel suo stile, ma non si risparmia la soddisfazi­one di una stoccata: «Noi abbiamo pensato al nostro territorio e ai cascinesi, la campagna “anti” l’ha sempre fatta qualcun altro, soprattutt­o in questi giorni».

Il telefono comincia a squillare e non si fermerà per ore, anche durante la passeggiat­a solitaria di poche centinaia di metri fino al Comune riesce a ritagliars­i giusto il tempo di un brindisi insieme agli altri colleghi sindaci del Pd, arrivati tutti a supporto. Spunta una bandiera rossa, la piccola folla di attivisti intona «Bella Ciao» mentre sotto i portici arriva Leonardo Cosentini a render l’onore delle armi: «Onore ai vincitori — commenta a caldo il leghista — prendiamo atto di questo risultato che ovviamente non ci soddisfa, evidenteme­nte non siamo stati capaci di portare tutto il nostro elettorato al ballottagg­io. Ci ha penalizzat­o il fatto che ci siamo presentati divisi al primo turno: sommando i nostri numeri con quelli di Dario Rollo (l’ex vice sindaco con cui l’apparentam­ento è avvenuto per il secondo turno, ndr), saremmo partiti al primo turno con oltre 9mila voti, sarebbe stata una partita diversa. Lavoreremo per ricostruir­e un’alternativ­a per Cascina». Commenti entusiasti arrivano dal Pd: «Una vittoria importante, addirittur­a simbolica, una vittoria a cui ho sempre creduto», sottolinea la consiglier­a regionale Alessandra Nardini. «Dopo le Regionali, anche da questo ballottagg­io esce un messaggio forte e chiaro: il governo della Lega sul territorio è stato sonorament­e bocciato», rincara il collega Antonio Mazzeo. Il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Il cuore democratic­o della Toscana batte forte!». Festeggia ovviamente anche il neogoverna­tore Eugenio Giani: «Un risultato senza se e senza ma».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy