Giani prova a ricucire con i renziani E conferma i dirigenti di Rossi
Incontro tra il neogovernatore e Italia Viva. Restano Ledo Gori e il dg Barretta
Eugenio Giani lancerà la sua giunta solo al primo Consiglio regionale, previsto se va bene alla fine della prossima settimana. «C’è tempo», fanno sapere i suoi. Ma intanto ieri ha incontrato i vertici di Italia Viva, per provare a ricucire quello che — nonostante le dichiarazioni diplomatiche dei renziani — è di fatto un mezzo strappo. Nicola Danti e gli eletti Stefania Saccardi e Stefano Scaramelli hanno confermato le loro «priorità programmatiche», dice l’eurodeputato Danti: infrastrutture, sviluppo, sanità. Ma al centro c’era il ruolo del partito di Renzi in Regione.
Nel colloquio è stato anche ribadito che dare un assessore a Sinistra civica ecologista, che neanche ha eletto consiglieri, e non riconoscere il ruolo di Italia Viva che ha preso il 30% di voti in più della lista di sinistra, è una contraddizione (ed uno smacco). Nessun nome di possibili assessori, anzi: dopo aver detto che sarebbero restati fuori dalla giunta, gli uomini del senatore di Scandicci hanno rimandato la palla in campo avverso: fateci una proposta. Perché «abbiamo tante competenze», hanno detto i renziani a Giani. Solo che le competenze andranno trovate fuori da Firenze, per il solito problema di troppi fiorentini in giunta (oltre al presidente, anche probabilmente Monia Monni, Pd, dalla Piana). E se non è l’annuncio di un appoggio esterno, poco ci manca: i renziani hanno ribadito di voler essere coinvolti, ma con il peso giusto.
Per questo l’ipotesi è che, se non andranno in giunta con deleghe di peso, potrebbero insistere sulla presidenza del Consiglio regionale. Anche qui, però, sempre il problema della fiorentinità, se la prescelta fosse Saccardi. Ed è possibile che il Pd, che è autonomo coi numeri in Consiglio, accolga con poco entusiasmo (eufemismo) che una forza col 4% prenda un ruolo così autonomo e di visibilità. D’altra parte, Giani deve incrociare molte richieste (ora è arrivata anche quella del Pd per un «assessore della Versilia») e i pesi delle correnti dei Democratici. Senza dimenticarsi che Giani prende in corsa la gestione di una Regione che deve ancora gestire il rischio Covid e la crisi economica. È questa la ragione per cui il neo-presidente prenderà subito la delega alla Sanità, in attesa di individuare una figura «forte», politicamente e tecnicamente, per gestire i 90 miliardi di euro del bilancio regionale. Ma soprattutto non toccherà, almeno a breve, la «macchina»: i dirigenti e i responsabili dei settori. Certo, sono operazioni che comunque si fanno con calma, normalmente a due mesi dalle elezioni. Ma a partire dal capo di Gabinetto di Enrico Rossi, Ledo Gori (definito «l’inventore della lista di Sinistra civica ecologista» dai renziani) al direttore generale Antonio Davide Barretta, passando ai dirigenti proprio della sanità, Giani vuole continuità e soprattutto non vuole vuoti di potere e di trasmissione di ordini nei prossimi mesi. Non ci si può permettere di interrompere la catena di comando quando si è in guerra con una pandemia e si devono intercettare i fondi europei. Intanto Giani si muove sui «consiglieri speciali», figure che serviranno a dare peso ad alcuni settori, a gestire progetti speciali (come quello per l’Innovazione, Bernard Dika) o percorsi di confronto come quello del «Tavola sulla sanità» per dare una «regolata» alla riforma delle tre Asl.
I nodi però della giunta restano: i pesi tra zingarettiani e non, soprattutto i lottiani di Base riformista. Dopo la vittoria di Cascina, quello della pisana Alessandra Nardini aumenta. La sconfitta ad Arezzo potrebbe ostacolare non tanto il rientro in giunta di Vincenzo Ceccarelli, ma la scelta della delega. Leonardo Marras, campione di preferenze nel Pd, sconta il venire da Grosseto (zona a trazione centrodestra) per ambire all’assessorato alla Sanità. Ma c’è tempo per usare la bilancia.
Il nodo sanità Il successore di Enrico Rossi è orientato a tenere la delega ad interim per avere tempo di scegliere il profilo giusto