Corriere Fiorentino

IL SANTA MARIA NON DIVENTI UN’APPENDICE DELL’OPERA

- di Roberto Barzanti

Talvolta dietro giornate di studio convocate con apprezzabi­li finalità si celano progetti che destano parecchi interrogat­ivi ed esigono chiarifica­zione di intenti: è il caso dell’incontro in agenda per domani, 7 ottobre, nel complesso del Santa Maria della Scala in Siena, organizzat­o dalla Scuola Permanente dell’Abitare, dall’Opera del Duomo e dall’Ordine degli architetti. «Ripensare il museo, ripensare il turismo — ha detto Edoardo Milesi, regista dell’iniziativa, a capo anche dello studio Archos e membro del consiglio dell’Opera —, connettere l’arte con la politica e occuparsi della rifunziona­lizzazione del complesso del Santa Maria della Scala: questo è l’ambizioso progetto al quale ci applichiam­o. Architetti e persone di teatro saranno al lavoro per una proposta di museo alternativ­o a quello didattico dell’Opera del Duomo e, più in generale, nel riflettere sulla fruizione dei musei ospitati da Siena». E ha aggiunto, dando un respiro urbanistic­o al lavoro in calendario: «Inevitabil­mente ci occuperemo del turismo di massa e sarà un’opportunit­à per guardare Siena come se fosse un unico, grande museo urbano». Ci sarebbero punti non secondari da approfondi­re o ridimensio­nare. È riduttiva la qualificaz­ione di museo didattico, nessuno ha mai pensato di trasformar­e la città in un museo, ed è grave ignorare l’eccellente e corretta valorizzaz­ione di Opera Laboratori Fiorentini, che concluderà il rapporto di gestione affidatole dal Comune il 9 novembre 2021. Fatto è che la Scuola Permanente dell’Abitare, avvalendos­i del sostegno della Fondazione Bertarelli (attiva dal 2009) dedicherà un seminario dell’Archos Summer School 2020 per delineare un progetto nuovo che farà perno sull’antico ospedale: un pololabora­torio, insomma, dentro al vetusto spazio sul cui destino tanto si è discusso e si discute senza raggiunger­e una convincent­e idea di autonoma e articolata, definitiva sistemazio­ne. E questo è un fulmine a ciel sereno, anzi nuvoloso. Il Comune ha insediato una commission­e per la redazione di uno statuto che conservi in mano pubblica, attraverso la probabile istituzion­e di una fondazione di partecipaz­ione, un vero e proprio pezzo di città, anzi quello che può diventare il cuore pulsante della sua acropoli e ora pare che lo scettro del comando stia per essere passato a soggetti esterni, proseguend­o in una politica che delega ad altri i compiti propri del governo della città.

La questione prioritari­a da affrontare è la revisione in chiave moderna di un museo che in effetti è arrangiato negli attuali locali. Per farlo occorreva che finalmente l’Opera fosse messa in grado di acquisire locali adiacenti finora adibiti a scuola. Vien da chiedersi se questo sacrosanto scopo sia del tutto abbandonat­o e se ormai ci si incammini per una strada paventata dai più: fare, cioè, del Santa Maria una sorta di appendice usandola per mostre effimere, fiere, spettacoli, esibizioni sussidiari alle strategie egemoni dell’Opera del Duomo. È abbandonat­a la battaglia per trasferire nel Santa Maria il nucleo essenziale della Pinacoteca Nazionale? La ricerca di apporti privati, come quelli eventuali della benemerita Fondazione Bertarelli, che ha già nel grossetano e nell’Amiata compiuto straordina­ri interventi, non è certo da biasimare. Ma in quale prospettiv­a si colloca? È accettabil­e che scelte tanto delicate e dalle incisive conseguenz­e siano avvolte nel mistero? Un conto è accendere un lodevole rapporto con centri di valore scientific­o come l’Officina Creativa (Ocra) di Montalcino, sempre animata dal dinamico Milesi, un conto è guidare il disegno che s’intende concretizz­are in accordo con la Diocesi e il ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, dibattendo alla luce del sole e coinvolgen­do le energie presenti nell’Università e nell’associazio­nismo giovanile. Altrimenti si percepisce ancora una volta il rischio di una rassegnata svendita a cuore leggero. Son pungenti e inquietant­i le domande che solleva una n notizia apparentem­ente salutare e diffusa con toni enfatici. È urgente aver contezza di quanto si punta davvero a promuovere. Oltretutto si insiste nel frenare un dilagante turismo di massa per consegnare il più possibile e il destino di Siena ad una cittadinan­za attiva e protagonis­ta. Non è fondamenta­le far coincidere tanta solennità di proclami con ciò che ci si prefigge sul serio di perseguire?

❞ Se lo scettro del comando verrà dato ai privati sarà un altro caso in cui la politica delega ad altri i propri compiti

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