Trevisan, una sconfitta da applausi
Termina ai quarti di finale il cammino della tennista fiorentina al Roland Garros
La semifinale di Parigi svanisce, l’impresa della vita resta. La fiorentina Martina Trevisan conclude ai quarti il suo cammino al Roland Garros 2020, esce sconfitta dal match contro la polacca n.54 al Mondo Iga Swiatek (63, 61 il finale) ma il suo straordinario cammino in questo inedito terzo Slam stagionale (sette vittorie filate, una più bella dell’altra, partendo dalle qualificazioni e da un anonimo n.159 del ranking mondiale), il suo personale riscatto sportivo da oltre quattro anni di sofferenze per quel male oscuro chiamato anoressia oggi finalmente superato e coraggiosamente condiviso, rimarranno pagine indimenticabili nella storia del tennis azzurro.
«Partire forte, aggredire nei primi games» la strategia che aveva suggerito coach Matteo Catarsi alla vigilia. Martina segue le indicazioni del suo allenatore, la partenza è di quelle sprint: break sul servizio dell’ avversaria, quindi subito 2-0 grazie a un errore della polacca dopo un gioco deciso ai vantaggi. Ma la 19enne di Varsavia vincitrice due anni fa di Wimbledon junior è un diesel che deve lentamente scaldarsi. Mentre Martina Trevisan si concede troppi errori con il dritto (il suo colpo preferito), la Swiatek aumenta la pressione da fondocampo, domina gli scambi, intuisce gli angoli giusti del campo dove far male, diventa sempre più incisiva con il rovescio lungolinea prima riportando in parità il set (3-3) poi approfittare di un calo mentale della toscana per aggiudicarsi la prima partita 6-3. Non cambia molto nella seconda partita, dove manca la reazione agonistica con la quale la Trevisan si era costruita le vittorie contro Coco Gauff, Maria Sakkari e Kiki Bertens. Impossibilitata ad esprimere il proprio tennis, costretta più a difendersi che ad attaccare, Martina va sotto 3-0, ha una timida reazione sul 3-1, poi è solo un assolo della Swiatek fino al 6-1. L’avventura parigina finisce qui, ma l’exploit della tennista fiorentina (che diventerà n. 82 al Mondo) è un messaggio altamente incoraggiante per il futuro del tennis femminile azzurro.
«Sono stata felicissima di vederla a questi livelli — dice Tathiana Garbin, oggi capitano di Fed Cup (competizione da poco rinominata Billie Jean King Cup) e da giocatrice la prima azzurra a battere, proprio a Parigi, una n.1 al Mondo — in questi giorni Martina è stata una gladiatrice, caparbia e orgogliosa. Eravamo tutti a conoscenza dei suoi progressi, da quando si è riavvicinata al tennis giocato, qualche anno fa, la ragazza ha continuato ad allenarsi sempre con noi a Tirrenia. Mancavano solo i risultati che prima o poi sarebbero dovuti arrivare. La sua rinascita? Credo che il parlare dell’anoressia che l’ha colpita, facendo cioè uscire fuori le cose più intime, l’abbia aiutata molto, rendendola anche più forte come donna e come atleta. In prospettiva azzurra, sono contentissima. L’avevo già messa alla prova, responsabilizzandola e devo dire che ha sempre risposto alla grande».