Ghinelli: le Regionali lezione per il centrodestra
Alessandro Ghinelli, rieletto primo cittadino di Arezzo: la sfida al Pd va giocata sul governo delle cose concrete, dalla sanità all’ambiente
Unico sindaco di centro-destra vincitore ai ballottaggi in Italia, Alessandro Ghinelli manda da Arezzo un messaggio a Lega, FdI e Forza Italia: «Ora difendete i sindaci di Grosseto, Pistoia, Pisa, Siena, Massa. Le Regionali un lezione per noi? Sicuramente sì».
Faceva bene, il sindaco Alessandro Ghinelli, a temere che ci fosse un «rilassamento» dei partiti che lo sostenevano in vista del ballottaggio. I flussi elettorali, elaborati dall’Istituto Cattaneo, parlano di un quarto di suoi elettori al primo turno non tornati al voto. A riempire quel vuoto, metà degli elettori delle liste di Marco Donati ma anche un pezzo di quelli che hanno sostenuto Luciano Ralli del Pd. Lo sapeva, Ghinelli? «Se abbiamo vinto, è grazie all’impegno della lista del sindaco, è stata lei a tirare la volata». Ed è per questo che ora il sindaco confermato dice: «Per le Regionali del 2025 pensiamo come centrodestra a candidare un sindaco, uno che abbia governato bene».
È un po’ più rilassato, dopo la vittoria su Ralli. Ma non riesce a staccarsi dal telefono. L’hanno chiamato Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. E Matteo Salvini? «Ancora no: ma aveva le beghe del processo a Catania, avrà avuto da fare». Pare sia stato impegnato anche Eugenio Giani, visto che non l’ha chiamato pure lui: ed ecco il primo sassolino dalla scarpa: «Giani non l’ha fatto pulita a venire tre volte di fila a sostenere Ralli (e non gli ha portato bene), pure se aveva in tasca una mia lettera di invito, inviata dopo la sua prima visita». La vittoria di Arezzo è stata una boccata di ossigeno, comunque, per il centrodestra toscano. «Questa vittoria me la sento molto mia», spiega l’ingegnere prestato alla politica. Anche la scelta di non far venire i big nazionali in vista del ballottaggio «è stata una scelta condivisa. Il centrosinistra chiamava Giani, la ministra Paola De Micheli. La nostra risposta è stata: noi abbiamo Ghinelli. Alla fine, a ricordare che ci sono i partiti dietro...». Non porta benissimo? «In questo momento, i cittadini cercavano un sindaco. La scelta l’abbiamo condivisa, così come abbiamo condiviso il programma, la campagna elettorale». Questo mentre a livello regionale la candidata leghista Susanna Ceccardi faceva una campagna di «de-destrizzazione», per farla sembrare moderata. «Non ho seguito molto le dinamiche regionali», prova a glissare Ghinelli.
Epperò era lei uno dei nomi papabili per correre in Regione. Sarebbe stata una partita diversa no? Non dovrebbero mordersi la mani, quelli del centrodestra che l’hanno derubricata perché era indagato per la vicenda Coingas? «Del senno di poi sono piene le fosse — ribatte — Ho buoni rapporti con Ceccardi, non me li faccia rovinare. Ma un po’ ci penso. Certo, si sarebbe aperta un’altra strada anche per Arezzo. Alla fine, non hanno sbagliato tutto. La mia persona era giocabile, non so se era meglio giocare con me». Altro sassolino: «La vicenda dell’indagine? Non ha portato nessuna diminutio, anche se il Ralli ci ha giocato molto». Magari, ragionare di più sulla figura di un candidato civico in una Regione come la Toscana sarà una lezione per il futuro, nel centrodestra, no? «Sì sicuramente». Ed è per questo che, anche se mancano 5 anni, per il futuro candidato governatore il centrodestra, «se non cambiano le cose rispetto ad oggi», deve trovare «un candidato forte. Deve essere uno che ha fatto bene il sindaco, legato al civismo, che ha dato dimostrazione di aver gestito bene la cosa pubblica. Ti dà un margine di credibilità in più, l’elettore si fida più. Deve essere uno che parli di temi reali, di economia, di ambiente, di coesione sociale, di sanità. Soprattutto di sanità».
Per questo Ghinelli chiede ai partiti di centrodestra di darsi una mossa e sostenere i propri sindaci, adesso. «Il
❞ Bisogna che i partiti di centrodestra si mettano subito al lavoro perché il prossimo anno vanno al voto Grosseto e Montevarchi, Pistoia nel 2022 e poi Siena, Pisa e Massa...
Per il 2025 bisogna trovare un candidato governatore che ha fatto bene il sindaco, legato al civismo, che ha dato dimostrazione di aver gestito bene la cosa pubblica: l’elettore si fiderà
prossimo anno vanno al voto Grosseto e Montevarchi, Pistoia nel 2022, e la troika di Siena, Pisa e Massa l’anno dopo. Peraltro, con la vittoria di Arezzo, confermiamo pure la presidente della Provincia Silvia
Festa Alessandro Ghinelli subito dopo la rielezione
Chiassai», mai successo nella storia. Però è vero che, dopo anni di rimonta irresistibile, la crescita del centrodestra pare bloccarsi, già nel 2019, con le sconfitte a Firenze, Livorno e Prato. «L’ascesa — ragiona Ghinelli — ha sfruttato il referendum perso da Renzi nel 2016, il suo atteggiamento aveva portato disaffezione al voto tra gli elettori Pd. Ora conta il buongoverno. Giorgio Del Ghingaro a Viareggio vince al primo turno perché ha governato bene dopo un malgoverno e un dissesto di anni di una massa di disperati che hanno fatto disastri. Mario Agnelli, civico di centrodestra, idem a Castiglion Fiorentino, ha risolto il problema del default». Ecco perché Ghinelli si rivolge a Lega, FdI e Forza Italia: «Difendete i sindaci di centrodestra, aiutateli in tutti i modi. Dategli occasioni di fare bene. E in questo c’entra molto la politica regionale. Ora occorre tessere ragionamenti con la Regione». Amministrata dal centrosinistra, da cui passerano miliardi di fondi europei: l’ufficio per intercettarli, proposta da Ralli, lo farà? «Certo, ma fare un ufficio di tecnici non è politica». Politica è gestire il Covid: secondo il Pd la vittoria di Ghinelli è passata dalla gestione della pandemia: «Anche — sottolinea il sindaco di Arezzo — La città è rimasta indenne: non hanno pesato tanto le mie uscite in tv tutte le sere, ma le ordinanze, per esempio la possibilità per ristoranti e altro di fare il delivery non con le autovetture dedicate ma di proprietà. Mi sono preso la responsabilità di mettere regole di buon senso». E lei non ha mai attaccato Enrico Rossi: «Rossi ha fatto il suo, con un p0' di lentezza, quando faceva le riunioni parlava tre quarti d’ora. Ma non era il momento di attaccarlo». Ma insomma, nel 2025 il candidato del centrodestra in Regione sarà un sindaco civico? «Si deve candidare un sindaco vincente». Magari quello di Arezzo, no? «Su di me, non dico nulla».