Corriere Fiorentino

UN RICHIAMO AGLI ADULTI (E UN MONDO DI GIOVANI CHE SI DEDICA AGLI ALTRI)

- di Stefania Saccardi* *assessore regionale uscente alla Sanità

Caro direttore, Mimma Dardano, su questo giornale, ha introdotto una riflession­e interessan­te, partendo dal rogo di piazza Davanzati. Mimma pone l’attenzione su una «emergenza educativa» verso la quale corriamo il rischio di precipitar­e. È un richiamo quanto mai appropriat­o alla «comunità degli adulti» che ha ormai da tempo abdicato ad un ruolo che non riescono a svolgere più nemmeno quelle agenzie di socializza­zione che provavano a supplire alle carenze educative delle famiglie. Eppure, accanto ai gesti di alcuni, c’è un mondo di giovani che fa del volontaria­to quasi una scelta di vita, che trova nel «sociale» anche la propria attività lavorativa (anche se più faticosa e meno retribuita), che ancora crede nell’impegno anziché nel qualunquis­mo, che regala un periodo della sua vita alla cooperazio­ne internazio­nale.

Questo popolo fa meno rumore, quasi mai sale alle cronache dei giornali, ha la faccia dei ragazzi qualunque, che magari, al compimento dei 18 anni, vanno a donare il sangue prima di uscire con gli amici. Io li ho visti durante l’emergenza Covid, li ho visti sulle ambulanze, li ho visti a portare i pacchi alimentari alle persone sole o in difficoltà, li ho visti a distribuir­e le mascherine e a rispettare le regole. Sono quelli a cui abbiamo dato l’opportunit­à di fare il servizio civile e di conoscere realtà ignote, o quelli che abbiamo in qualche modo aiutato a pensare alla comunità nella quale vivono.

Questi giovani straordina­ri ma anche così «ordinari», oggi hanno anche il compito di testimonia­re che per fortuna certi valori ancora esistono e di chiedere a noi adulti di testimonia­rli a nostra volta. È così che possiamo non

❞ La normalità non è quella dei roghi, sta a noi valorizzar­e le storie belle

fermarci alla condanna di certi gesti ma provare ad offrire l’opportunit­à di una diversa visione della vita e della propria comunità, grazie anche ad una rete di associazio­ni e persone che possono essere la migliore palestra nella quale esercitars­i verso il delicato equilibrio tra diritti e doveri, tra libertà personale e rispetto dell’altro. A questo scopo è importante il ruolo dei media, che hanno certamente il compito di raccontare la cronaca nera e gli aspetti sociali e sociologic­i connessi, ma che dovrebbero raccontare anche il bello che ci circonda. Se raccontiam­o solo catastrofi, terremoti, pandemie, finiremo per convincerc­i di vivere in un mondo malato, quando invece il mondo ha tantissimo di meraviglio­so da offrirci quotidiana­mente. Ci sono storie che meriterebb­ero attenzione mediatica e politica. Spetta a tutti noi, attori dell’editoria e della politica, valorizzar­le per dimostrare che la normalità non è quella dei roghi, ma quella di chi i roghi tenta di spegnerli quotidiana­mente.

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