Corriere Fiorentino

Riscoprirs­i cittadini passando dall’atrio di Palazzo Vecchio

- Di Vanni Santoni

Il principale rischio, quando si vive in mezzo alla bellezza, è quello di finir per darla per scontata: passare per Ponte Vecchio come fosse una passerella pedonale di periferia, usare la Cupola del Brunellesc­hi solo per orientarsi alla distanza… Anche Palazzo Vecchio è suscettibi­le a questo processo, ma solo quando lo si guarda a distanza. Entrando, infatti, il suo atrio sorprende per l’accessibil­ità, a cui non si fa mai pienamente l’abitudine, e poi per la sua fauna, un misto di vigili urbani, funzionari del Comune, corrieri, politici e turisti spaesati, ancora insicuri circa la visitabili­tà del luogo. Una curiosa «Palazzo

Vecchio Città Aperta», che se non altro conferma quale sia l’unica vera arma della città contro il cosiddetto «overtouris­m»: mantenere, o portare quanti più servizi, aziende, facoltà e istituzion­i in centro, senza aspettarsi che la «vita reale»» possa arrivar per altre vie.

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