«Bene fare più esami, ma poi servirà uno stop»
L’Asl Sud Est sarà la prima a inaugurare, domani ad Arezzo, una nuova centrale per il tracciamento dei contatti dei contagiati da coronavirus. A raccontare la nuova sfida è il direttore dell’Area Igiene pubblica, il dottor Maurizio Spagnesi.
Dottor Spagnesi, cosa cambia con la centrale di tracciamento?
«Centralizzazione del lavoro e assunzioni. Si parte con una decina di persone, per poi crescere. E arriveranno anche le nuove centrali a Siena e a Grosseto. I primi rinforzi sono i “medici scolastici”, fondamentali visto che la maggior parte dei contagi arrivano dalle scuole; poi, vista la carenza di igienisti e di specialisti di ogni disciplina, altri medici, infermieri, assistenti sanitari».
Come è organizzato il lavoro?
«Quando ci arriva la notizia di un nuovo contagiato, lo si contatta, gli si dà le istruzioni da seguire, poi si fa l’intervista vera e propria per ricostruire i contatti delle ultime 48 ore prima del tampone, se è asintomatico, o prima dell’insorgenza dei sintomi, se ne ha».
Non sono un po’ poche 48 ore?
«Da igienista direi di sì, ma sono le disposizioni del ministero: siamo partiti da 14 giorni, siamo scesi a 7 e da settembre a 2. Noi applichiamo i protocolli».
I numeri altissimi del contagio vi vedono in difficoltà?
«È un momento di enorme difficoltà. A marzo aprile, nella nostra Asl avevamo circa 70 contagi al giorno, ora siamo a 200, è un lavoro enorme. Speriamo nell’arrivo di forze nuove».
Più tamponi, più contagiati. Per voi il lavoro aumenta.
«Aumentare il numero di tamponi è giusto, bisogna cercare di circoscrivere i focolai. Però a un certo punto bisognerà mettere uno stop, perché il rischio è che il contact tracing non riesca più a stare dietro alle notifiche dei nuovi positivi».
Cosa servirebbe?
«Il vaccino. Nell’immediato però credo che sarebbero opportuni dei lockdown mirati, a partire dalla chiusura almeno delle scuole superiori. Servirebbe poi fermare gli sport amatoriali, ma anche maggiore sobrietà nei comportamenti dei cittadini».
C’è almeno una ragione di ottimismo?
«Le notizie dalla Cina sul nuovo vaccino, che sembra funzionare. Ma poi anche la lezione di questo coronavirus: ora credo che in molti abbiano capito che una politica sanitaria di tagli non paga. E di certo, le assunzioni fatte oggi resteranno».
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Maurizio Spagnesi Quando c’è un positivo andiamo a ricostruire i suoi contatti nelle 48 ore precedenti Il rischio però è che il contact tracing non riesca più a stare dietro alle nuove notifiche