Corriere Fiorentino

Carmi, una vita contro il dolore

Creatrice di File, era vicepresid­ente della Fondazione Crf

- Semmola

A chiunque si chieda cosa facesse Donatella Carmi nella sua vita, la risposta è sempre la stessa: «Cambiava la mentalità delle persone». Che si trattasse di ambito medicoscie­ntifico, di terapia del dolore, dei diritti delle donne, dell’attenzione a chi soffre, «lei cambiava la mentalità». Un riconoscim­ento unanime a una grande persona (e stavolta un’espression­e abusata può essere quella giusta. Donatella Carmi è venuta a mancare ieri, all’età di 71 anni, dopo una lunga malattia. I funerali si terranno domani alle 11 alle Porte Sante, il cimitero di San Miniato al Monte, celebrati dal priore della basilica e suo caro amico, padre Bernardo. Era nata il 10 agosto 1949, figlia di Alberto, fondatore della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Da tre lustri faceva parte del Comitato

❞ Padre Bernardo Una donna capace di trasfigura­re il dolore nell’insonne lotta alla sofferenza Ora potrà riabbracci­are la figlia Benedetta

di Indirizzo della Fondazione, da dieci anni nel Consiglio di amministra­zione e da sette ne era vice presidente.

Carmi lascia il marito, l’antiquario fiorentino Massimo Bartolozzi, una figlia e quattro nipoti. Dopo averne persa un’altra di figlia, molto giovane, a causa di un tumore. «Perdiamo la presenza fisica di una donna straordina­ria, capace di trasfigura­re il dolore nell’insonne lotta alla sofferenza per una qualificaz­ione dignitosa del morire — la piange l’amico padre Bernardo — Questa è una eredità spirituale che resterà viva nei nostri cuori unitamente alla consolante speranza pasquale di saperla riabbracci­ata da sua figlia Benedetta». Carmi ha speso tutta la vita nel contrasto alla sofferenza e alla malattia, iniziando trent’anni fa come volontaria nella Lega Tumori di Firenze. E proprio per il suo impegno nelle cure palliative ha creato la Fondazione File (Fondazione Italiana di Leniterapi­a) con Wanda Ferragamo. Da un anno era diventata consiglier­e della Fondazione Palazzo Strozzi, e si impegnava anche nel campo dei servizi educativi e sociali e per il migliorame­nto delle condizioni dei detenuti. Se esistono manifestaz­ioni come «Sulla Scia dei giorni», la serie di «dialoghi sul rispetto» e «L’Eredità delle Donne» ideata da Serena Dandini, è merito suo. «Abbiamo perso una grande donna e una cara amica» ne annuncia la morte avvenuta nella notte il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Luigi Salvadori. «Crediamo che il miglior modo per onorarne la memoria sia dedicarle la prossima edizione del festival L’Eredità delle Donne che sta per cominciare». Proposito confermato dalla stessa Dandini che si unisce al cordoglio: «Ci impegnerem­o per onorarla».

«Mi ricordo che un tempo nei padiglioni di medicina generale degli ospedali c’era un reparto dove venivano messi tutti quelli che stavano per morire, con scarsa assistenza, nessun aiuto — racconta Pierluigi Rossi Ferrini, memoria storica della Fondazione Cr Firenze — Superare tutto questo è stato fondamenta­le e lo dobbiamo a Donatella che ha creato una mentalità nuova». Una donna, la ricorda Rossi Ferrini «entusiasta» nel senso di «en-theos, di avere un dio dentro, che era ciò che la guidava». Si è «spesa per un’ideale: dedicando tutta la sua vita a File, lottando per diminuire la sofferenza delle persone negli stadi terminali della malattia e assistere i familiari. Non so quanto tutto questo sia stato capito dalle persone». Con la «Scia dei giorni» si rivolgeva «all’anima e alla sensibilit­à della gente su quelli che sono i problemi fondamenta­li della vita».

Per la sociologa e coordinatr­ice del comitato scientific­o di File Mariella Orsi la scomparsa di Donatella Carmi «non è solo una perdita enorme per la famiglia e le due fondazioni, ma per la nostra città tutta: in questi 30 anni ci ha insegnato come si può stare vicino a chi soffre, quale valore ha la vita se la dedichiamo agli altri e non si è mai risparmiat­a: ha sviluppato le cure palliative come nessun altro, stimolando tutti a dare il meglio di sé nell’ascolto delle persone che vivono grandi difficoltà». Per il sindaco Dario Nardella è stata «una figura centrale della vita e della cultura cittadina, presenza discreta ma essenziale». Una donna «innamorata della cultura» la definisce l’assessore Tommaso Sacchi. Capace di «trasformar­e il dolore, la perdita di una figlia e la sua sofferenza personale, in energia purissima» ricorda il vicesindac­o Cristina Giachi che la considera «un’amica con cui ho condivido parole e pensieri». Quando Gabriele Toccafondi ricopriva l’incarico di sottosegre­tario all’Istruzione «avevamo creato insieme un percorso e un protocollo tra le scuole toscane e File per supportare i ragazzi nel percorso della difficile fase successiva alla perdita di un familiare o di un amico».

❞ Rossi Ferrini Era una entusiasta, nel senso di en-theos, di avere un Dio dentro. Non so quanto il suo lavoro sia stato capito

❞ Orsi In questi trent’anni ci ha insegnato come si può stare vicino a chi soffre, quale valore ha la vita se la dedichiamo agli altri

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Donatella Carmi (1949-2020) nel giardino dell’hospice di via San Felice a Ema
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 ??  ?? Carmi con la maglietta di Corri la Vita. Sopra, con Nardella, Dandini e Speranza. A sinistra, davanti all’hospice
Carmi con la maglietta di Corri la Vita. Sopra, con Nardella, Dandini e Speranza. A sinistra, davanti all’hospice

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