Tanti spingono, Giani è fermo E il vertice sulla giunta salta
A 24 ore dalla presentazione nel primo Consiglio regionale, la squadra degli assessori non è ancora definita. Oggi rush finale Troppi nodi, Bonafé annulla la riunione con gli eletti Pd. Il governatore vede i renziani
L’incontro con Italia Viva per il suo ruolo in giunta e consiglio, uno dei nodi principali (ma non il solo) da sciogliere per definire il nuovo assetto della Regione è arrivato ieri sera, tardi. In tutti i sensi. Dopo cena. Dopo che il presidente Eugenio Giani aveva presentato il nuovo modo per prenotare i tamponi online, partecipato alla giornata per celebrare il musicista Vincenzo Galilei (padre di Galileo) e poi, dall’altra parte della Toscana, presenziato a Sorano per le celebrazioni di Gregorio VII. Un atteggiamento sicuramente non da stressato dalla mancata formazione della giunta, quello di Giani, che continua a tenere iniziative nonostante sia un uomo solo al comando. Eppure, in questa fase in cui si rincorrono emergenze scegliere gli assessori che lo accompagneranno per i prossimi 5 anni (o che almeno partano con lui) resta complicato. Talmente tanto che quando i giochi sembravano fatti, venerdì sera, due telefonate hanno rimesso in ballo tutto. E oggi decine di telefonate saranno necessarie per chiudere il quadro prima del primo consiglio regionale, domani pomeriggio: quelle che Giani farà a tutti i diretti interessati.
Venerdì pomeriggio, la priche telefonata. Arriva da Italia Viva al presidente, ricordandogli che dopo l’incontro di lunedì scorso non c’erano stati contatti (da qui la riunione di ieri sera). La seconda dal Pd regionale, sempre a Giani: dato che dobbiamo aspettare di capire se Italia Viva in giunta c’è o meno, inutile fare l’incontro (previsto per ieri mattina) alla sede regionale in via Forlanini. E via mail la segretaria Simona
Bonafè ha detto ai consiglieri dem che annullava la riunione. Proprio in quei momenti, ecco il messaggio sulla chat del Pd livornese: il segretario Simone Neri si dimette. Perché Livorno (e quindi anche Piombino-Val di Cornia) pare in giunta non sarà rappresentata. Giani deve comporre il quadro, ma come per il puzzle deve partire da un tassello. Secondo il Pd, prima deve risolma vere il nodo Italia Viva. I vivaisti chiedono una rappresentanza maggiore rispetto a Sinistra Civica ecologista: se Sce non è manco entrata in consiglio ma ottiene un assessore, a noi che abbiamo portato oltre il 4% non si può dare di meno, è il ragionamento di Matteo Renzi e dei suoi. Ma dato che una possibile sarebbe il ruolo di presidente del Consiglio, tutto si ferma sul veto del Pd, ha detto no sia a questo ruolo che a quello dell’assessorato alla Sanità per i renziani. Poi ci sono i problemi del Pd, che deve rappresentare tutti i territori (e con 7 assessori è difficile, con 6 se c’è Italia Viva di più), dare il giusto peso ai maggiori risultati dei consiglieri, trovare le persone giuste al posto giusto. Arezzo come Livorno pare fuori da ruoli: Vincenzo Ceccarelli non pare oggi in giunta, difficile il suo arrivo alla presidenza del Consiglio, la sua collega di partito e territorio Lucia De Robertis è in difficoltà per il ruolo in Consiglio e quindi potrebbe spuntare il pisano Antonio Mazzeo (il secondo pisano dopo Alessandra Nardini, fanno notare gli altri territori). Ma alla Sanità? Giani punterebbe sul senese Simone Bezzini, su cui i lottiani giurano non ci sia mai stato nessun veto. Ma c’è chi punta ancora sul grossetano Leonardo Marras, il campione delle preferenze del Pd. Dentro sicuramente Monia Monni, Stefano Baccelli e Serena Spinelli di Sce. Difficile la riconferma del pratese Stefano Ciuoffo, ma anche l’ingresso di Gianni Anselmi (ma la provincia di Livorno resterebbe senza assessore, con due crisi complesse, i porti da fare, per la prima volta in 30 anni). Ma tutti questi incastri si rendono possibili solo dopo la scelta di Renzi, dentro o «appoggio esterno». A meno che non gli venga proposto direttamente l’assessorato alla Sanità: ma l’unico nome che potrebbero fare, quello dell’uscente assessore alla Sanità Stefania Saccardi, è inviso al Pd (e lei stessa non vuole entrare in giunta). Ma niente è impossibile, in zona Cesarini.