Corriere Fiorentino

Beppe chiede ancora tempo «Margini per migliorare» Ma torna l’ombra di Sarri

La squadra ha perso equilibrio, il turn over in attacco non va

- Matteo Magrini

L’udienza è stata convocata e, sul banco degli imputati, non può che esserci (soprattutt­o) l’allenatore. Del resto, nel calcio, funziona così. «Fiducia» è una parola effimera, capace d’essere spazzata via dalle prime folate di vento. Prima la Sampdoria, poi lo Spezia. Due raffiche che, inevitabil­mente, mettono a rischio la solidità della panchina di Beppe Iachini.

«Io sono tranquillo — ha detto lui ieri dopo la gara — c’è tempo per recuperare e sono convinto che col lavoro e spingendo al massimo raccoglier­emo i giusti frutti». Si difende, il mister, e spera di avere l’opportunit­à per far seguire i fatti alle parole. «Ora avremo tutti a disposizio­ne — ha aggiunto — per questo ci sono grandi margini di migliorame­nto».

Sensazioni? Per ora, avanti con lui. Anche se la società, Commisso su tutti, si aspetta un immediata inversione di rotta. «Contro la Samp abbiamo fatto schifo — aveva detto in settimana — dobbiamo fare molto meglio». E invece, ieri, un’altra prestazion­e da incubo. Lo dicono i numeri: 12 tiri a 9 in favore dello Spezia, 369 passaggi riusciti contro i 404 dei padroni di casa. Non solo. Nella trequarti avversaria i viola hanno completato la miseria di 63 scambi, a fronte dei 96 degli uomini di Italiano. Anche il possesso palla complessiv­o, che avrebbe dovuto essere un’arma da sfruttare per gestire il doppio vantaggio, ha visto un «misero» 50 a 50. Traduzione: invece che controllar­e la sfida, i viola si sono consegnati allo Spezia. Baricentro basso e, al contrario dell’anno scorso, pochissime ripartenze. E qua si apre la questione più grave. La squadra ha perso equilibrio.

Deciso a smentire chi lo taccia di difensivis­mo, Iachini ha costruito un centrocamp­o con due mezzali offensive (Bonaventur­a e Castrovill­i) che attaccano molto, ma abbandonan­o a se stesso Amrabat quando gli altri ripartono. Risultato: davanti si crea comunque poco (ieri, su azione, il gol di Biraghi e un altro paio di opportunit­à) ma dietro, al contrario dello scorso anno, la Fiorentina subisce tantissimo. Quattro partite, fino ad oggi, e otto gol presi. Sempre parlando di scelte, continua a non convincere la posizione di Amrabat. «Ci ha chiesto lui di giocare lì», aveva detto Iachini alla vigilia. Eppure, rispetto al giocatore di Verona, Sofyan pare avere il freno a mano tirato. E poi ancora. La continua turnazione tra Vlahovic e Kouame toglie loro certezze, rischiando di alimentare nervosismi.

A proposito. Ieri non è passato inosservat­o il nervosismo di Biraghi con il vice del mister, Giuseppe Carillo. «Che c...era?», ha urlato il terzino rispondend­o alle continue indicazion­i ricevute. Un brutto segnale. Campo, ma non solo. La fascia a Chiesa non è piaciuta, e la toppa («non sapevo della sua cessione») è parsa peggio del buco, e non son piaciute troppo nemmeno le parole su Quarta. «Lo abbiamo scelto guardando gli highlights», ha detto sabato Iachini. Tutti elementi sui quali, ora, la società si sta interrogan­do. Ecco perché continuano a circolare le voci su Sarri, mentre qualcuno racconta di primi sondaggi (indiretti) con Walter Mazzarri. Fantasmi, forse. Eppure, come ha ricordato lo stesso Commisso qualche giorno fa, «tutti sono sotto esame, perché qui i risultati contano».

❞ La difesa del mister Io sono tranquillo, sono convinto che con il lavoro e spingendo al massimo raccoglier­emo i giusti frutti. Ora finalmente abbiamo tutti disponibil­i

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