Corriere Fiorentino

Chi decide il coprifuoco? La rivolta dei sindaci: «No allo scaricabar­ile»

I primi cittadini non vogliono essere da soli a decidere su strade e piazze a rischio: «Una norma inattuabil­e»

- Bernardini

Pronti a disertare i tavoli di confronto e a salire sulle barricate. I sindaci di Firenze e Prato, Dario Nardella e Matteo Biffoni, guidano il fronte dei primi cittadini che si oppongono allo «scaricabar­ile».

Pronti a disertare i tavoli di confronto e a salire sulle barricate. I sindaci di Firenze e Prato, Dario Nardella e Matteo Biffoni, guidano il fronte dei primi cittadini che si oppongono a quello che ritengono uno scaricabar­ile. Lunedì sera in diretta tv il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che sarebbero stati proprio loro, i primi cittadini, a decretare i «coprifuoch­i» localizzat­i nelle rispettive città dopo le 21. E la protesta è cominciata subito, tanto che nel testo finale del decreto (Dpcm, acronimo ormai divenuto famoso) la parola «sindaci» è sparita, lasciando la possibilit­à di chiudere strade e piazze a rischio assembrame­nti. Ora il dubbio è: a chi spetta decidere questi «mini lockdown» serali? E chi dovrà controllar­e?

Le sfumature sono diverse, ma l’opposizion­e alla misura del governo è diffusa, con Nardella e Biffoni, che è anche presidente di Anci Toscana, in prima linea. «Se lo Stato vuole il coprifuoco — ha attaccato Nardella — faccia un vero coprifuoco. Un sindaco può fare tutto ma non è il Padreterno. Noi siamo sempre in prima linea non si può scaricare il coprifuoco sui sindaci, non è un fatto di sfuggire alle responsabi­lità, tutt’altro: noi dal primo giorno dell’emergenza non ci siamo mai sottratti». Biffoni ha invece spiegato che secondo lui questa norma «è assolutame­nte inattuabil­e». Entrambi i primi cittadini hanno messo l’accento sull’impossibil­ità di disporre della forza pubblica per gestire i controlli. Il dissenso sul decreto di Conte non è espresso solo dai sindaci Pd, è bipartisan, cavalcato dalle amministra­zioni toscane del centrodest­ra. Il sindaco di Siena Luigi De Mossi (Lega) e quello di Pistoia Alessandro Tomasi (FdI) si ritrovano così sulla linea Nardella. «Il governo — dice Tomasi — non può scaricare la decisione e il controllo sui Comuni senza dare risorse e personale».

Diversa la posizione del sindaco di Pisa Michele Conti (Lega), che dal Dpcm si sarebbe aspettato «il dettaglio delle risorse per aiutare categorie e attività» ma che vede di buon occhio la possibilit­à di intervenir­e direttamen­te per chiudere le strade e le piazze degli assembrame­nti. Il suo staff spiega che «non si tirerebbe indietro, se potesse, nel metter in atto un provvedime­nto in piazza delle Vettovagli­e». Della medesima opinione il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro (Pd) che spiega poi di aver già messo sotto la lente piazza Shelley dove «sono stati segnalati frequenti assembrame­nti».

Accanto alle perplessit­à dei sindaci sulla chiusura di strade e piazze c’è quella per le ripercussi­oni degli eventuali «coprifuoco» su bar e ristoranti. Biffoni ieri sera ha incontrato le categorie economiche pratesi, Nardella il gruppo dei Ristorator­i Toscani. «Non possiamo chiedere per l’ennesima volta un sacrificio all’economia, ai gestori di locali e ristoranti» dice il sindaco di Firenze. Il collega di Pontedera Matteo Franconi (Pd) ha firmato un’ordinanza per permettere ai locali di occupare fino a cento metri quadri di suolo pubblico «per organizzar­e più e meglio il consumo al tavolo». «Tra smart working, mancanza di turisti, orari ridotti e paura della gente ad uscire, il nostro settore è in terapia intensiva» dice con una metafora poco felice Aldo Cursano, presidente di Fipe Confcommer­cio. Per Nico Gronchi, presidente di Confeserce­nti Toscana «dovrà essere disposto un sostegno immediato alle imprese, ma riservando­lo a chi è realmente in difficoltà e valutando attentamen­te i criteri».

❞ Chi è d’accordo Il sindaco Conti sarebbe «pronto a prendere provvedime­nti per piazza delle Vettovagli­e a Pisa»

❞ Fronte commercio «Non possiamo chiedere un’altra volta sacrifici a locali e ristoranti» dice il sindaco di Firenze

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La polizia in piazza Strozzi davanti al Colle Bereto, locale che è stato chiuso per tre giorni per assembrame­nti domenica sera
In piazza La polizia in piazza Strozzi davanti al Colle Bereto, locale che è stato chiuso per tre giorni per assembrame­nti domenica sera

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