Corriere Fiorentino

A Seggiano, il Comune che non conosce il virus «Sta a noi controllar­e»

Quasi mille abitanti (tutti con la mascherina) e una vita intorno agli ulivi

- Innocenti

Un borgo medievale con 987 abitanti che dall’inizio dell’emergenza non ha mai registrato un caso di Coronaviru­s. E dire che i turisti non sono mancati perché «nel 2019 ne abbiamo avuti 13 mila».

Qui è com’era la vita prima, anche se certe abitudini sono cambiate senza aver bisogno di un vigile urbano. «Noi siamo molto attenti, ma anche gli esercenti lo sono», dice Daniele Rossi che è il sindaco di Seggiano, borgo medievale con 987 abitanti che dall’inizio dell’emergenza non ha mai registrato un caso di Coronaviru­s. E dire che i turisti non sono mancati perché «nel 2019 abbiamo avuto 13 mila villeggian­ti e anche questa estate non è andata per nulla male».

Qui nessuno si muove senza mascherina. «I bar hanno ridotto ulteriorme­nte la capienza rispetto al Dpcm — dice il sindaco — e noi questa estate abbiamo eliminato la sagra del picio, della scottiglia e della ciliegia». A Seggiano tutto sembra essenziale: ci sono la farmacia, la posta, due bar con altrettant­i ristoranti, un caseificio che dà lavoro a 30 dipendenti, una Rsa con 15 pazienti, una banca, un ambulatori­o, due frantoi, una scuola elementare, un ferramenta che vende anche le sigarette e il Despar. «Mancano edicola, biblioteca e parrucchie­re. Può sembrarle una sciocchezz­a ma nel mio Comune ci sono hotel, tante seconde case e tanti b&b — spiega Rossi — Fino agli anni ‘80 eravamo 2.800, ora non arriviamo a mille». Se tutto questo sia un bene, in tempi di pandemia, è ancora presto per saperlo. «Di certo se ci fossero problemi di assembrame­nto chiuderei strade e piazze: è il sindaco che deve decidere queste cose. Oneri e onori» dice Rossi a proposito della polemica tra sindaci e governo su chi debba decidere il giro di vite. Qui l’ipotesi sembra tuttavia assolutame­nte remota, i locali sono piccoli e a Seggiano si lavora soprattutt­o in mezzo alla natura. «Il nostro olio è diventato Dop e porta occupazion­e. Le vigne pian piano si ripopolano, ma lavorare la terra significa fatica», dice ancora il sindaco che sta aprendo un Museo dell’Olio e ha coinvolto la Fondazione Le Radici e le due Proloco nella vita del paese. «Lo vede? Là c’è il Giardino di Daniel Spoerri: ci sono 113 installazi­oni di grandi artisti contempora­nei ma abbiamo deciso di ridurre le visite a tre giorni la settimana. E stiamo parlando di uno spazio di 16 ettari».

Silenzio e verde. E mura medievali imponenti che rimandano l’eco della corsa dei bambini che sciamano per le viuzze. Nella zona della chiesa di San Bernardino ci sta il «Borgo Antico» che fa da bar e ristorante. Lo gestisce Mirko Roussel, 25 anni: «Dovevo aprire il locale a marzo ma ci fu il lockdown: lo abbiamo inaugurato il 30 maggio. Se mi lamento degli affari? No, abbiamo lavorato tanto... E ho anche litigato tanto con chi voleva fare di testa sua. Prima lavoravo in Australia, dove sei titolato a far rispettare le regole e tutti i clienti per primi le rispettano». Forse il segreto di Seggiano è qui, poche regole e il senso di una comunità che si fa rispettare.

Il sindaco Noi siamo molto attenti, ma qui anche gli esercenti lo sono

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Una veduta del centro di Seggiano, borgo medievale A sinistra il sindaco Rossi
Tra Grosseto e Siena Una veduta del centro di Seggiano, borgo medievale A sinistra il sindaco Rossi
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