La sua Toscana in 149 pagine «Non c’è bisogno di iniziare da zero»
Economia, sanità e dialogo con i sindaci: «Momento storico delicato, Non dobbiamo farci trovare impreparati sui fondi del recovery fund»
Sessanta minuti per illustrare il programma di governo, dare i nomi della giunta — tranne uno — chiedere collaborazione alle opposizioni, in particolare a M5S, senza mai togliersi la mascherina. Eugenio Giani — «sono il primo a passare da presidente del Consiglio regionale alla presidenza della Regione. Prendo l’impegno a essere il più possibile presente alle sedute del Consiglio e dico grazie ai quasi 900 mila elettori che mi hanno votato ma sarò il presidente di tutti», ha esordito — ha chiuso la prima riunione del nuovo Consiglio regionale illustrando il suo programma, come vuole lo Statuto regionale. Un documento di 149 pagine, che mescola «vecchio» e «nuovo», con al centro, come ha sottolineato due questioni; sanità e lavoro.
Nel suo primo discorso dai banchi della giunta Giani ha confermato il suo stile, la volontà di coinvolgere maggiormente i consiglieri e i sindaci dei Comuni grandi e piccoli, di ancorare la sanità al territorio e ha sottolineato l’importanza dei fondi dell’Unione Europea e del loro utilizzo per rilanciare la Toscana: «Per gli investimenti in Toscana dobbiamo essere pronti a cogliere il recovery fund, soprattutto nell’euro progettazione. Vorrei arrivare a mettere in campo 50 giovani, portarli a Bruxelles per elaborare progetti che portino risorse e investimenti che siano volano per la nostra economia. Accanto a questo c’è poi la nuova programmazione dei fondi europei». «La pandemia che stiamo affrontando ha capovolto molte delle nostre priorità — ha scritto Giani nell’introduzione alla “Toscana del futuro” del suo piano 2020-2025 che sarà discusso in aula nella seduta di domani — ci ha messo a dura prova come singoli e come collettività e ci sta imponendo di ripensare modelli che credevamo infallibili. Dobbiamo rivedere molte cose, come il modo di fare cultura o di vivere gli spazi, i nostri spostamenti fino ad arrivare alle vacanze e quindi il modello per il turismo. Dobbiamo essere capaci di trasformare questi obblighi in opportunità, così da sfruttare l’occasione per impostare diversamente il nostro futuro e quello dei nostri giovani in chiave più sostenibile ed equa».
E ai consiglieri presenti e collegati on line ha spiegato: «Le Regioni, nate 50 anni fa, non hanno mai avuto un ruolo così importante. Inizia una nuova legislatura ma non si deve ripartire da zero. Voglio prendere quello di buono che c’è stato e immettere elementi di novità. Per esempio va aggiornato il patto per lo sviluppo siglato con categorie economiche e sindacati alla luce delle nuove priorità introdotte dalla pandemia». Il neo governatore sull’emergenza Covid ha affermato che «i numeri dei positivi aumenteranno nei prossimi giorni, come la pressione sugli ospedali e i luoghi di cura» e ha illustrato solo alcuni dei temi sviluppati nelle 149 pagine, chiedendo ai consiglieri di sfruttare i due giorni prima del dibattito di mercoledì per leggere il documento (che si articola in 21 capitoli, quelli più lunghi sono dedicati a sanità e infrastrutture e investimenti) per fare proposte e suggerimenti.
Così l’ex presidente del Consiglio regionale ha annunciato la creazione di una «Agenzia valore Toscana» — «sono stato anche presidente della Società Dantesca Italiana, non mi piace usare l’inglese, meglio valore Toscana che Made in Tuscany» — per la promozione del manifatturiero e dell’agricoltura, l’incremento del programma Giovanisì, più fondi per ricerca e formazione, un «commissario per la semplificazione» e nel programma è prevista anche «la costituzione di un soggetto autonomo, Toscana Strade, che possa facilitare l’apertura dei cantieri e reinvestire tutti i ricavi della gestione in sicurezza, manutenzione e sviluppo della rete stradale regionale». Sulle infrastrutture l’esponente dem ha ribadito che occorre risolvere il nodo del corridoio tirrenico, di Piombino, della Costa — «non sarà una Regione fiorentinocentrica» — e ha scommesso sulla Toscana diffusa che è stato il mantra della sua campagna elettorale, a partire dalla cultura e dagli Uffizi diffusi. Sulla «identità toscana» tanto che chi rappresenterà la Regione in occasioni ufficiali avrà una fasci, come già Giani volle per il presidente del Consiglio regionale. E, non a caso, la sua introduzione al programma si chiude con questi versi di Mario Luzi: «Più di ogni altra condizione locale la Toscana è un concetto e un’elettiva assunzione di valori».