Corriere Fiorentino

La pedalata in salita di un padre e di un figlio

Il primo romanzo per ragazzi di Emiliano Gucci, per riflettere anche sul bullismo

- Caterina Baronti

Tra «costole di sedano verde, due carote e una rondella di zenzero» destinate a un estrattore che non sanno far funzionare, il diciassett­enne Daniele e suo padre Enzo sono i protagonis­ti del nuovo romanzo di Emiliano Gucci, il primo per ragazzi, Con tutto il bene che posso, edito da Giunti, nella collana Arya, acronimo di Autori Romanzi Young Adult. «Il libro — come racconta Gucci — è apparentem­ente tutto al maschile; apparentem­ente perché i due, senza mamma Franca, divenuta il vero innesco della storia dopo essere andata via di casa, oltre all’estrattore, non sanno neppur far funzionare il loro rapporto». E così, padre e figlio, si trovano da lei costretti a trascorrer­e una settimana soli insieme, alla scoperta l’uno dell’altro e di sé stessi, ricomincia­ndo dalla passione che accomuna entrambi: la bicicletta.

I due personaggi, anche immortalat­i nella copertina mentre pedalano lungo stilizzate colline toscane, metafora forse delle forme femminili — agognate quelle di Rachele che non compare mai e neppure risponde ai messaggi, indesidera­te quelle di Tamara, deluse quelle della semplice Maria — corrono in realtà su un fil rouge, quello del perdono, che ha inizio dal titolo. Gucci, infatti, spiega che i due «si impegnano, con tutto il bene e la volontà possibile, a rimediare agli errori del passato», errori in cui ognuno si può riconoscer­e, come un litigio con un fratello o un collega, oppure i primi fraintendi­menti con le ragazze. Molto interessan­te è, invece, il modo in cui lo scrittore tratta i reiterati episodi di bullismo nei quali Daniele, il Daniele a cui il lettore si è affezionat­o, prende parte ma come carnefice insieme ad altri ragazzi. Piena di suspense e divertenti fraintendi­menti è la scena in cui il protagonis­ta, conscio di ciò che ha fatto e con le lacrime agli occhi, scende al «capolinea del 27», l’ospedale psichiatri­co, per andare a trovare «Grande Guido» come veniva chiamato l’amico bullizzato. Gucci, pur non avendo figli, parla del suo giovane protagonis­ta come se lo sentisse tale, proprio perché anche lui stesso si è sentito giudicato con uguali stereotipi: «Se un ragazzo si atteggia a bullo e prende delle sbronze seguendo il branco viene considerat­o stupido e debole mentre, in realtà, può essere anche sensibile. Io ho voluto raccontare un adolescent­e non come tutti ma, magari, come molti ovvero con tante sfaccettat­ure».

Una storia rapida e scorrevole, come i ritmi dei giovani di oggi ma anche tenera, come quel ritrovato rapporto tra «babbo e figliolo».

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Primo piano Lo scrittore fiorentino Emiliano Gucci
 ??  ?? Copertina «Con tutto il bene che posso» (Giunti)
Copertina «Con tutto il bene che posso» (Giunti)

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