Corriere Fiorentino

I giochi geometrici di Peeta sui muri dell’Itt Marco Polo

- Francesca Tofanari

Esistono modi diversi per fare interventi di manutenzio­ne su un edificio scolastico. Ludovico Arte, dirigente scolastico dell’ITT Marco Polo di Firenze, ha scelto di puntare sugli ambienti, nella convinzion­e che lavorare sugli spazi di apprendime­nto possa cambiare la scuola. Una scommessa iniziata otto anni fa, quando entrò in un brutto prefabbric­ato della periferia di Firenze e cominciò a scrivere una storia con un valore sociale importante, cominciand­o con il portare decoro in un luogo un po’ dimenticat­o, tanto da farlo diventare oggi l’orgoglio del quartiere 4, sia per la bellezza dell’edificio che per i progetti didattici e formativi. L’ultimo intervento, svelato ieri, alla presenza del presidente del quartiere 4 Mirco Dormentoni e degli assessori Sara Funaro e Cosimo Guccione, vede protagonis­ta Peeta, street artist di fama internazio­nale, che con i suoi murales ha portato dinamismo e alterato la percezione architetto­nica di un edificio prima statico, bianco e usurato. «Ho trasformat­o e alleggerit­o la struttura con illusioni murali, giocando con le finestre e creando delle forme – ha detto Peeta - per dare uno spunto di riflession­e, per vedere le cose da un punto di vista diverso». «Ciò che volevamo è rompere gli schemi tradiziona­li – ha spiegato Ludovico Arte - creare una rottura con la percezione statica degli ambienti, creando altri punti di vista, per aprire prospettiv­e diverse». E il risultato è sorprenden­te, insieme agli arredi del giardino a cui i murales fanno da cornice: quattro grandi sedute che creano delle onde dei colori dell’arcobaleno, e dodici panchine a forma di libro aperto che abbinano immagini di artisti a testi di grandi scrittori scelti dai docenti della scuola. La storia che l’ITT Marco Polo sta scrivendo è una storia di comunità, di dialogo e collaboraz­ione, tra la direzione scolastica, i professori, gli studenti, i genitori e le istituzion­i, partendo dalla costruzion­e di una «casa» bella dove oltre a stare meglio, cambiano le relazioni, il clima e la didattica. Un lavoro comune sugli spazi di apprendime­nto, per una scuola che punta a valori fondamenta­li, come la libertà di esprimersi, e una didattica ricca e innovativa. «Da cinque anni entro tutte le mattine a scuola con la voglia di stare qua dentro - ha concluso Irene, studentess­a Parlerò ai miei figli della mia scuola come della mia seconda casa».

 ??  ?? Primo piano L’esterno dell’edificio. Sistemate anche panchine-libri e sedute colorate
Primo piano L’esterno dell’edificio. Sistemate anche panchine-libri e sedute colorate

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy