Corriere Fiorentino

È morto Pirrone, l’assassino di Idy Diene

- Valentina Marotta

Era rinchiuso a Solliccian­o, dopo la condanna a 30 anni per aver freddato con tre colpi di pistola l’ambulante senegalese Idy Diene, sul Ponte Vespucci, il 5 marzo 2018. Roberto Pirrone a 66 anni aspettava in cella il processo in Cassazione ma si è ammalato di cancro ed è morto lo scorso 20 agosto all’ospedale di Careggi ma la notizia è stata resa nota ieri. «Portatemi via, non ho più voglia di vivere. Voglio andare in carcere … almeno lì ho un piatto caldo tutti i giorni». Quella mattina di marzo, l’ex tipografo si consegnò alla polizia dopo aver ucciso Diene. Camminava sul ponte Vespucci con la pistola in tasca deciso a farla finita, ma il coraggio gli mancò.

Rivolse la beretta su una vittima innocente, dopo aver risparmiat­o altri passanti che aveva incrociato: una mamma brasiliana che spingeva la figlia in passeggino, una coppia di amiche giapponesi, un giovane e un anziano. Sparò due colpi. L’ambulante senegalese, 54 anni, cadde a terra, ferito e il pensionato gli diede il colpo di grazia. La comunità senegalese scese in piazza per esprimere il proprio dolore e sdegno contro il razzismo. Ma la Procura non contestò l’aggravante dell’aggression­e dettata dall’odio razziale. Pirrone fu condannato in primo grado, con rito abbreviato a 16 anni. In appello, un anno fa, la pena fu raddoppiat­a: i giudici riconobber­o l’aggravante dei futili motivi. Un’aggravante ritenuta ingiusta da Pirrone che contava sulla decisione della Cassazione per ottenere uno sconto di pena. Ma è morto prima.

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