«Tuo padre infetto» Isolata dai compagni davanti alla scuola
L’umiliazione subita ieri mattina da una bambina fuori dalla propria scuola racconta molto della tensione di questi giorni in cui il Covid è tornato a farsi sentire con forza. Poco prima dell’ingresso a scuola i compagni l’hanno messa in disparte, minacciando di restare fuori dalla classe se lei fosse entrata. Questo perché in paese gira la voce, falsa, che il padre fosse in attesa del risultato del tampone. «So quali sono i residenti del Comune in isolamento in attesa del tampone e tra questi non c’è nessun familiare della bambina — spiega il sindaco di Monteverdi Francesco Govi — È solo una voce e di certo i compagni di scuola l’hanno sentita a casa dai genitori».
La vicenda in sé si è conclusa venti minuti dopo il regolare orario d’ingresso. La professoressa ha telefonato anche al sindaco per avere conferma che il padre della piccola non fosse in isolamento e una volta avuta la certezza ha fatto entrare i ragazzi, compresa la ragazza, costretta a restare in disparte ad oltre venti metri dagli altri fino a che non è arrivata al banco. Il sindaco Govi via Facebook si è scusato con la famiglia a nome dell’amministrazione comunale, con una consapevolezza. «So che non basteranno le nostre scuse per il danno emotivo procurato questa mattina alla bambina — scrive — Il coronavirus ci ha reso peggiori: questa è la realtà».
Monteverdi conta poco più di 700 anime e nei piccoli paesi le voci fanno ben presto a prendere piede. Ma quando queste sono legate al Covid, ora che il contagio è tornato a prendere piede e con esso la paura di infettarsi, ecco che il semplice pettegolezzo diventa qualcosa di più. «C’è un clima esasperato, una tensione crescente in questi giorni — continua il sindaco — A primavera, durante il lockdown, non era così». Nel borgo pisano ad oggi non ci sono positivi accertati, ma alcune persone in isolamento sì, venute a contatto con casi noti in altri Comuni limitrofi, per lavoro o altro. «Ieri (venerdì, ndr) uno dei residenti in isolamento è uscito a comprare una bottiglia d’acqua e sono stato il primo a rimproverarlo — racconta il sindaco — Ma già in paese gli animi si erano surriscaldati. Non so a cosa sia dovuta questa tensione, se all’estremizzazione dei negazionisti, ma da qualche giorno non c’è un buon clima». L’aumento vertiginoso dei nuovi casi ha portato ad una tensione generale che se trasmessa ai ragazzi, per loro natura più diretti e spesso più spietati, si manifesta nella sua forma più brutale, cioè con l’isolamento di quello che fino a poco prima era uno del gruppo. «È gravissimo — conclude Gavi — Se non riusciamo a far capire ai nostri figli quel che sta accadendo e come devono comportarsi, ma anzi li esasperiamo con le nostre parole, il risultato è quel che è accaduto alla bambina di fronte alla scuola». E chissà quanto tempo servirà ai ragazzi per riaccettare la loro compagna.