Corriere Fiorentino

MINISTRO, DI CHI ERA QUELLA CAMPAGNA ELETTORALE?

- Di David Allegranti

Era già in campagna elettorale a settembre, il ministro della Salute Roberto Speranza, quando è venuto a Firenze a sostenere la candidatur­a di Eugenio Giani alle elezioni regionali. Tutto ottimismo e sorti magnifiche e progressiv­e di fronte a noi, ma sempre con quell’espression­e dolente e grave del dirigente di partito sobrio e istituzion­ale: «Il Paese è forte e sta dimostrand­o di saper vincere anche questa partita della riapertura delle scuole». Nel frattempo, mentre il Paese stava autorevolm­ente vincendo le sue sfide, Speranza scriveva un libro, Perché guariremo, per Feltrinell­i. Il libro, la cui messa in vendita era programmat­a per questa settimana, è stato ritirato e rinviato. È stato distribuit­o alle librerie ma non possono venderlo e giace nei loro magazzini.

Sentivamo l’urgenza di questa pubblicazi­one? Onestament­e no. Soprattutt­o non adesso che il governo — dopo aver buttato via mesi preziosi — chiede a tutti noi nuove restrizion­i e forse anche nuovi lockdown. Restrizion­i necessarie, attenzione. Le rivolte in Campania, forse pilotate, non sono minimament­e accettabil­i.

Qualcuno si chiede come sia possibile che un ministro della Salute, nel mezzo di una pandemia, trovi il tempo di tenere un diario. Questo è il meno, perché i politici hanno staff che possono lavorare anche su questo. Si scrivono diari in tempo di guerra, quindi figurarsi se è questo il problema principale. No, il problema del libro di Speranza è che testimonia nel suo piccolo ancora una volta la leggerezza e la vanità di chi governa. Non di tutti, perché generalizz­are non serve. Ma mai come oggi less is more. L’ansia di capitalizz­are un consenso politico — Speranza, il ministro più popolare dell’esecutivo, forse perché restava in silenzio — è pericolosa non solo per i governanti ma per tutti. Basta leggere l’epilogo sul «Ritorno della sinistra» per capirlo. «Nel corso di queste pagine ho usato a più riprese due termini per me essenziali come “uguaglianz­a” e “diritti”. È perché sono serviti a tracciare la rotta nella bufera, come le stelle per i naviganti. I tempi duri non sono quelli in cui si devono lasciare da parte i valori e i princìpi. Sono quelli in cui servono di più», teorizza Speranza, metà ministro metà guru. «Abbiamo visto come la politica sia gestione quotidiana, scelte quotidiane, fatica quotidiana. Ma è anche appassiona­nte storia personale e collettiva e slancio verso il futuro. Per questo credo che un altro dovere che abbiamo verso noi stessi e verso il Paese, un altro modo per non sprecare le dure lezioni di questi mesi e per affrontare al meglio le sfide che ci attendono, sia quello di un colpo d’ala politico di cui da tempo c’è bisogno», scrive ancora Speranza nell’epilogo. «Sono convinto che abbiamo un’opportunit­à unica per radicare una nuova idea della sinistra, basata su un impegno di cui oggi tutti riconoscon­o la necessità: difendere e rilanciare i beni pubblici fondamenta­li, a patire dalla tutela della salute, dal valore dell’istruzione e dalla difesa dell’ambiente. Abbiamo vissuto l’individual­ismo

❞ Il suo libro, altro monumento alla vanità di chi governa, giace nei magazzini delle librerie A settembre venne in Toscana per sostenere Giani, alle Regionali ma la passerella era tutta per se stesso

sfrenato, abbiamo subito la sua traduzione economica e sociale: un neoliberis­mo altrettant­o sfrenato. Abbiamo creduto nella propaganda secondo cui un mondo organizzat­o in base a questi princìpi avrebbe prodotto ricchezza e benessere per tutti. Per oltre trent’anni questa ideologia ha egemonizza­to le coscienze del mondo occidental­e: non ha solo orientato la destra, ma ha influenzat­o significat­ivamente anche la sinistra, rendendola pian piano subalterna».

Così l’emergenza sanitaria diventa l’occasione per l’ennesima tirata sul «neo-liberismo» in un Paese che è qualsiasi cosa — citofonare debito pubblico oltre i 2.400 miliardi nel 2019, citofonare Alitalia — ma che il liberismo, con o senza neo, non l’ha visto neanche dipinto.

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Ministro Roberto Speranza

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