La lunga marcia dei ristoratori da Ponte Vecchio a Palazzo Chigi
Il 4 novembre il «cammino degli inessenziali» per chiedere aiuto. Domani serrata
Domani molti ristoranti fiorentini chiuderanno. Non è solo la presa d’atto del crollo del fatturato, del distanziamento, delle chiusure anticipate, ma un’ultima disperata protesta. L’esasperazione, dicono, è arrivata a un punto tale che il 4 novembre partirà da Ponte Vecchio una marcia su Roma, fin sotto le finestre di Palazzo Chigi, guidati dall’hashtag: #contestiamoarrivando. Un corteo pacifico da Firenze a Roma ispirato alla Saltyagraha di Gandhi, la marcia del sale contro il governo inglese. Lo hanno chiamato il «Cammino degli inessenziali» qualora ci fosse dubbio su come si sente considerato il comparto della ristorazione.
Un viaggio di circa dieci giorni che prenderà il via da Ponte Vecchio. I ristoratori toscani, prima della partenza, stenderanno gli striscioni con slogan che sintetizzano le proprie richieste. Contemporaneamente, sui ponti di diverse città italiane che stanno aderendo in queste ore, i colleghi ristoratori faranno lo stesso e si uniranno simbolicamente alla manifestazione fiorentina. Subito dopo, i Rimaniche storatori Toscana si incammineranno lungo la via Francigena, l’antica via dei pellegrini che da Canterbury porta alla Città Santa, per arrivare davanti alla sede del Governo per essere ascoltati da Conte. Lungo il tragitto sono convinti di raccogliere le adesioni dei colleghi.
Il giorno della partenza non è stato scelto a caso. «Abbiamo deciso che partiremo il 4 novembre perché questa è una data simbolica per Firenze, il giorno dell’Alluvione, della città che si rimbocca le
e rinasce dalle macerie. Anche noi siamo pronti a fare lo stesso. E abbiamo scelto di far partire la nostra manifestazione da Ponte Vecchio perché il ponte è un passaggio tra un oggi drammatico e un futuro più sereno», spiega Pasquale Naccari, il presidente dell’associazione Ristoratori Toscana che rappresenta 1000 aziende a Firenze e 15 mila in Toscana. Lo spirito dell’iniziativa è intriso tanto di angoscia e di speranza. «Il nostro “Cammino degli inessenziali” si ispira alla
“Marcia del Sale”: una manifestazione pacifica e silenziosa per chiedere alle istituzioni la possibilità di poter sopravvivere» ha aggiunto Naccari. Le richieste a Conte verranno ufficializzate il 4 novembre, ma secondo le prime indiscrezioni i ristoratori chiederanno la sospensione di tutte le tasse, l’abbattimento del canone di affitto, un fondo perduto per il periodo in cui sarà chiesto di chiudere e un credito di imposta proporzionale alle perdite.
Intanto, domani, scatterà la serrata: «Lunedì in diversi imprenditori chiuderemo — sottolinea Naccari — In centro, ma anche fuori, i fatturati sono calati del 90%. Sia chiaro, non sindachiamo sulle scelte sanitarie, ma oggi al dramma sanitario si è aggiunto quello economico». La marcia del sale contro le tasse del governo inglese non finì bene, ci furono centinaia di arresti e nessun cambiamento di rotta da parte del governo di Sua Maestà. La nostra democrazia e lo stato sociale sono chiamati a una risposta degna.
❞ La data è quella dell’Alluvione: anche noi siamo pronti a rimboccarci le maniche ma servono misure per sopravvivere