Gol, assist e dedica a FR7: un Castrovilli da record (e Mancini prende nota)
Prima doppietta, numeri da leader: presto il rinnovo di contratto
Dieci...e lode. Sotto gli occhi di Roberto Mancini, in una partita che somigliava (parecchio) a un’ultima spiaggia. In un momento che più difficile non si poteva. In una di quelle partite nelle quali serve carattere per non esser travolto dalle pressioni e dalle paure per quello che potrebbe essere. Il ragazzo, però, ha le spalle larghe. Eccome. E così, Gaetano Castrovilli, ha salito un altro gradino. Perché che abbia talento, ormai, è chiaro. Così come non sorprende più il repertorio (quasi) infinito. Corsa, dribbling, resistenza. Li chiamano centrocampisti totali. Esemplari rari, e per questo preziosi.
L’esibizione di ieri però, se possibile, vale ancora di più. E va oltre le questioni puramente tecniche. Perché (appunto) per la banda di Iachini non era una partita come le altre. Critiche, tensioni, discussioni. La squadra veniva da settimane complesse e, quindi, servivano risposte. Ripartire, o affondare. Il bivio non presentava alternative. È in momenti come questi insomma, che vien fuori la stoffa del campione. Gaetano ce l’ha, evidentemente, e contro l’Udinese l’ha chiarito una volta per tutte. E pensare che alla vigilia rischiava addirittura la panchina. E invece, si è preso la squadra sulle spalle, e l’ha trascinata fuori dalle sabbie mobili. È stata, quella di Castrovilli, una prova da urlo. Ci ha messo tutto, dentro. Come sempre. Soprattutto, ci ha messo due gol, e un assist. Il primo, da attaccante aggiunto. Una rete sporca, ma frutto di quei movimenti che in tanti, all’alba di questa stagione, gli hanno chiesto. Il secondo, invece, è stata una perla rara. Un destro a giro alla Roby Baggio, tanto per citare un altro «ragazzo» che col 10 fece sognare Firenze.
«Un giocatore come lui deve segnare almeno 7-8 gol a campionato», aveva detto Beppe Iachini. Per agevolarlo, il mister infatti gli ha cucito addosso un ruolo leggermente diverso rispetto allo scorso anno. Meno obblighi difensivi (e infatti, complice anche la presenza di Bonaventura, la squadra spesso risulta squilibrata) e più libertà di attaccare l’area avversaria. Il risultato? Cinque presenze, fino ad oggi, e quattro gol. E record del campionato scorso già superato. Ha iniziato col Torino, all’esordio, quindi la perla di San Siro con l’Inter, e poi la doppietta di ieri. Praticamente, da solo, il «10» vale il 40% della produzione offensiva dei viola. Per non parlare dei punti. Gol vittoria al Toro (e fanno tre), e bis ieri sera. Traduzione: sei dei sette punti raccolti fino ad oggi, portano la firma di Gaetano.
Numeri, come detto, ma non solo. Perché Castrovilli sia sempre più leader del gruppo. Ieri, per esempio, ha dedicato il primo sigillo a Ribery, mimando il numero 7. Dopo la perla del 3-1 invece, è andato ad abbracciare i compagni in panchina. In pratica, sta diventando quello che in molti si sarebbero aspettati da Federico Chiesa. «Sono felicissimo a Firenze», ha ribadito più volte Gaetano. Parole che Fede, per esempio, non ha mai pronunciato. L’importante, adesso, è coccolarlo a dovere. Per esempio, adeguandogli il contratto. La trattativa (per blindarlo fino al 2025) c’è, e durante la prossima sosta per le nazionali Pradè proverà a darle la spinta decisiva.
Decisivo Gaetano è il cannoniere viola con 4 gol, il 40% di quelli segnati dalla squadra. E le sue reti hanno portato 6 dei 7 punti in classifica