«Prendiamone atto, dovremmo scegliere a chi fare i tamponi»
Il capo del dipartimento di prevenzione: «Prendiamo atto della realtà»
Di fronte agli oltre duemila nuovi casi e al 25 per cento di positivi rispetto ai tamponi effettuati, Renzo Berti, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Centro, non esita a commentare che «si tratta di una situazione complicatissima, al limite della sostenibilità». Il sistema di tracciamento dei contatti dei contagiati, «è ormai in ritardo di quattro, cinque giorni». Vale a dire che se un positivo viene rintracciato oggi, il sistema non è più capace di mettere in quarantena i suoi contatti stretti prima del fine settimana.
Un problema enorme se si vuole interrompere la catena del contagio, isolando i portatori sani, i cosiddetti asintomatici. «Credo che a questo punto, se non vogliamo far saltare il sistema di tracciamento, ci sia bisogno di misure aggiornate, di una semplificazione del modello — dice Berti — Un esempio è la scuola: se un genitore chiama il preside per avvisarlo della positività del figlio, il preside non può far partire la quarantena per i compagni di classe fintanto che non ha una comunicazione ufficiale da parte dell’Asl. Visti i ritardi, sarebbe opportuno che la telefonata dei genitori venisse automaticamente considerata “validata”, tanto più che si tratta di una fonte assolutamente attendibile».
Ma neppure questo può bastare, secondo il direttore della Prevenzione dell’Asl Centro: «Ora la Toscana ha una capacità di 13 mila tamponi al giorno, si può crescere, forse fino a 20 mila. Ma, a fronte di numeri che stanno crescendo in modo tumultuoso, e all’onda alta in arrivo, anche 20 mila tamponi potranno individuare solo una parte della realtà del contagio. Per questo forse dovremmo rivedere l’idea di far tamponi a tutti gli asintomatici e concentrarci sulle situazioni di maggiore fragilità».
Proprio ieri il noto microbiologo Andrea Crisanti ha lanciato l’allarme: «Fermare i tamponi per gli asintomatici sarebbe una catastrofe: chi diffonde il virus va stanato subito». Quello prospettato dal dirigente dell’Asl Centro è quindi un modo per abdicare al tracciamento degli asintomatici, per gettare la spugna? «Sicuramente si tratterebbe di un ripiego — prosegue Berti — Ma dobbiamo tenere conto della realtà e dobbiamo affidarci alla responsabilizzazione dei cittadini, che devono evitare i contatti il più possibile».
Ad oggi il dipartimento di Prevenzione dell’Asl Centro può contare su 160 tracciatori, poco più di 100 a tempo pieno, e per recuperare sui ritardi del tracciamento «ci sarebbe bisogno dell’esercito». L’unica nota positiva degli ultimi giorni è l’introduzione dei tamponi antigenici rapidi che, non permettono di fare diagnosi veloci sugli studenti sospetti Covid, ma dallo scorso fine settimana hanno iniziato ad essere usati come strumento di screening preventivo nelle Rsa. Inoltre, è partita anche la distribuzione dei tamponi rapidi agli ospedali, per fare diagnosi sui pazienti dei pronto soccorso e screening sugli operatori sanitari.
❞ Renzo Berti Forse dovremmo rivedere l’idea si sottoporre a test ogni asintomatico Un ripiego? Dobbiamo anche affidarci ai cittadini che devono evitare contatti