«Noi, i dimenticati dello spettacolo»
Un attore, un musicista, una parrucchiera di scena, un fonico: 4 storie, la stessa paura
Lavorano sul palco, o dietro. Un attore, un musicista, una truccatrice, un fonico: quattro storie tra i 16.674 lavoratori toscani del mondo della cultura nell’anno peggiore della loro vita. Dal lockdown di primavera a quello di adesso. Storie di chi ha perso tutto o sta per perderlo, a causa del Covid e delle scelte di chi governa. Di chi non ha più un lavoro, una vita, una prospettiva d’uscita.
Marilù Sasso è due volte nei guai. Perché lavora in questo mondo abbandonato a se stesso, quello dello spettacolo. E perché il suo mestiere non può prescindere dal contatto fisico: fa la parrucchiera. In teatro, al Maggio soprattutto.
Com’è la vita di una parrucchiera del Maggio, di questi tempi?
«Fino a ieri vivevamo alla giornata con la paura ogni istante che richiudessero di nuovo i teatri. Ora è successo. Nessuno ci può dare orizzonti in cui sperare. Se non torniamo a regime entro marzo-aprile non ci sarà nessun futuro. Non potevo più vivere solo di Maggio nemmeno prima, perché da libera professionista sono appesa a contratti a prestazione. Al Maggio sono a chiamata da un decennio e ora spingono per tenerti il minor tempo possibile».
In che senso «spingono»?
«Si fanno sempre meno prove, le ore di lavoro sono sempre meno. Prima per i coristi era obbligatorio passare dal trucco e parrucco prima di salire sul palco. Ora è diventato facoltativo».
Come sbarca il lunario?
«Al mattino la lirica, al pomeriggio un spot. Come capita. Vengo da un set a Roma per un film horror di serie B italo-spagnolo: cinque settimane di lavoro, vissute col terrore».
Terrore del Covid?
«Non tanto di ammalarmi, la paura che lo prendesse qualcuno, chiunque: avrebbe bloccato tutto. E addio paga».
Di quanto è calato il suo lavoro?
«Di oltre la metà nel complesso. Ma al Maggio di cinque volte».
Come si fa a fare la parrucchiera al tempo del Covid?
«Con visiera in plexiglass, muta in tnt, mascherina, guanti di lattice. Mi devo concentrare sui dettagli e a volte neanche li riesco a vedere, i dettagli».
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