Corriere Fiorentino

Annie Feolde: «Terrorizza­ta dalle proteste nelle piazze»

- Di Edoardo Semmola

Stefano Massini, drammaturg­o, regista, opinionist­a su La 7: che effetto le ha fatto leggere la lettera di Camilla?

«Questa ragazza ha superato i due livelli di trattazion­e dell’emergenza a cui siamo abituati: quello sanitario, il bisogno di salvarci, banalmente, e quello economico. Invece c’è, e la lettera lo dimostra, un altro fronte totalmente privo di attenzione: il fronte psicologic­o, esperienza­le. Quanto è forte ed efficace la sua affermazio­ne “mi avete tolto l’adolescenz­a”? E quanto altro è stato tolto? Agli anziani nelle Rsa a cui tolgono il diritto alle visite, non stanno togliendo la vecchiaia? È una mannaia umana della quale non si parla perché a differenza dei primi due livelli non è conteggiab­ile in cifre. E quando qualcuno come Camilla riesce a mettersi in sintonia con questo, fa molto effetto».

Fa effetto anche il suo senso di responsabi­lità.

«Il cui significat­o etimologic­o è “essere all’altezza di dare una risposta”. Chi doveva essere all’altezza di dare una risposta, l’ha fatto?».

Nelle parole di Camilla troviamo anche una gran voglia di scuola.

«In ogni passaggio drammatico della storia quello che prima sembrava scontato assume una luce nuova. Se c’è un aspetto positivo in questa esperienza collettiva è aver riportato in primo piano cose date per scontate: dal bisogno di cultura al bisogno di scuola. Lei parla del ruolo del compagno di banco. Ricordiamo­ci che fino a un anno fa leggevamo spesso di genitori che non volevano per il proprio figlio un compagno di banco di colore o arabo».

Un bisogno di scuola, in presenza però.

«Noi siamo debitori al web. La didattica a distanza ha contribuit­o a dare una continuità. Ma mentre lo celebriamo, ci rendiamo conto che il web non può minimament­e essere sostitutiv­o. Questa lettera parla del valore umano e relazional­e della scuola».

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Scrittore Stefano Massini

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