Osti e chef stellati, tutti a terra contro i divieti E i taxi sfilano in centro: «Clienti azzerati»
Giani si siede con i ristoratori e ribadisce le promesse: chiusura alle 22 se caleranno i contagi
Ristoratori da una parte, tassisti dall’altra. Le categorie più colpite dall’ultime ultime misure anti contagio scendono in piazza pacificamente per chiedere alle istituzioni locali un intervento sul governo affinché allenti i divieti del Dpcm. Un migliaio i ristoratori e chef, sommelier e barman, pasticcieri e gelatai da tutta la Toscana, in piedi, seduti a terra («Così che ci hanno ridotto», denuncia Aldo Cursano, presidente di Fipe Confcommercio)
e intorno alle 16 tovaglie apparecchiate sul selciato di piazza Duomo in segno di protesta, con piatti e bicchieri rovesciati. Quasi 300, invece, i tassisti fiorentini che hanno attraversato le strade del centro a passo d’uomo e a colpi di clacson.
Ad aprire la protesta dei ristoratori le note del Silenzio eseguite dal vivo. «Gridiamo nel più assoluto silenzio il nostro no a provvedimenti iniqui, dannosi e inutili», spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, «non è nei nostri esercizi che si propaga il virus, il problema è altrove e il governo deve avere la capacità di intervenire in questo altrove. E se non ne è capace può anche andare a casa». Si siede tra chi protesta il presidente della Regione Eugenio Giani, che ha ribadito il proprio impegno, «se la curva dei contagi calerà», ad allungare l’orario di chiusura dei locali alle 22. In piazza ci sono anche il sindaco Dario Nardella, l’assessore regionale Leonardo Marras e alcuni esponenti del centrodestra. Per le istituzioni c’è anche qualche fischio. Davanti a Palazzo Strozzi Sacrati chef stellati e osti di provincia. «Ho speso 15.000 euro per mettere in sicurezza il locale — si sfoga un ristoratore mugellano — Debiti per nulla».
La protesta dei tassisti, invece, va in scena a bordo delle loro auto. «Non abbiamo più clienti, il lavoro è sceso del 90 per cento e così gli incassi. Molti di noi fanno fatica a pagare l’affitto, a mantenere la famiglia». Il serpentone di auto partito dall’Isolotto arriva a piazzale Michelangelo passando da San Frediano, via della Vigna, piazza della Repubblica, piazza Duomo, piazza Signoria, dove i taxi si fermano per chiedere un incontro al Comune. Da Palazzo Vecchio escono prima l’assessore Federico Gianassi e poi Nardella, ai quali i
tassisti hanno contestato la presenza di risciò abusivi in centro: «Vi prometto che interverremo nei prossimi giorni» ha detto il sindaco circondato da decine di conducenti, alcuni dei quali con la mascherina abbassata. «Mi sembra giusto dare a tutti il diritto di manifestare in modo civile — ha continuato — Vi posso dire che tutto quello che voi ci proponete lo porterò all’attenzione del governo, ho un canale diretto con la ministra dei Trasporti». Alla Regione invece i tassisti contestano i due milioni di aiuti stanziati per taxi e Ncc, troppo pochi, e chiedono di sbloccare i voucher per i cittadini che necessitano di spostarsi: donne in gravidanza, anziani, famiglie in difficoltà.