Corriere Fiorentino

La banda che depredava gli hotel con prestanomi e lavoro nero

Chianciano Terme, scoperta la maxi truffa: tre arresti. Indagati anche due notai

- Antonella Mollica

Si presentava come imprendito­re nel settore del turismo. Sotto questa veste Luigi Pergamo, 44 anni, salernitan­o originario di Nocera, era arrivato a Chianciano Terme e si era accaparrat­o diverse strutture alberghier­e. In realtà, hanno rivelato le indagini, l’obiettivo era quello di sfruttare più che poteva gli hotel presi in gestione a costo zero, senza pagare affitti, contributi e imposta di soggiorno. Le società venivano intestate a prestanome, stranieri o persone in difficoltà economiche, il personale impiegato era al nero e le strutture venivano sistematic­amente depredate anche degli arredi, mentre il denaro veniva dirottato su conti diversi. L’uomo da ieri è finito in carcere con l’accusa di associazio­ne per delinquere finalizzat­a a una lunga serie di reati: dall’appropriaz­ione indebita, allo sfruttamen­to dei lavoratori, dal peculato alla truffa aggravata, dalla sottrazion­e fraudolent­a di beni al fisco all’autoricicl­aggio.

Ai domiciliar­i anche la moglie Carmela Ciminelli, 38 anni, avvocato di Potenza, con il ruolo di contabile, e un imprendito­re di Benevento, Luigi Procaccini, 64 anni, nullatenen­te ma in grado, nel 2017, di acquistare una società da 35 mila euro, e quasi 9 mila euro di quote di altre società tra il 2018 e 2019, assumendo il controllo a Chianciano Terme degli alberghi Santa Lucia, Trieste, Massarelli e Sestriere. Secondo il gip Alessandro

Moneti, era Pergoli il regista dell’organizzaz­ione «gerarchica» che, grazie a persone di fiducia, era in grado di non essere sempre presente sul territorio ma di avere sempre tutto sotto controllo. Si indaga anche su contatti dell’imprendito­re con alcuni soggetti vicini alla ‘ndrangheta.

Sotto inchiesta altre sei persone, tra cui due notai di Firenze di cui l’organizzaz­ione si sarebbe avvalsa per cessione di quote o di aziende. Nei confronti dei notai è stata chiesta la sospension­e (il gip si pronuncerà dopo l’interrogat­orio). Al centro dell’indagine della Direzione investigat­iva antimafia di Firenze e della polizia di Siena, coordinata dal pm Giulio Monferini, sono finite 15 società, per cui il giudice ha disposto il sequestro preventivo di quote per un valore di oltre 600 mila euro.

Negli alberghi i lavoratori sarebbero stati costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno per 500/800 euro al mese, senza riposi , ferie e senza contributi. Due dipendenti donne hanno anche denunciato episodi di violenza sessuale.

L’inchiesta Sotto sequestro quote di 15 società per 600 mila euro. Si indaga anche su collegamen­ti con alcuni soggetti legati alla ‘ndrangheta calabrese

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