Corriere Fiorentino

Vaccini, l’ipotesi dell’Interporto di Prato «Qui il polo regionale di stoccaggio»

Lettera al commissari­o Domenico Arcuri: siamo a disposizio­ne Giani all’ex Creaf: sarà un ospedale e centro di ricerca per il Covid

- Giorgio Bernardini Giulio Gori

L’Interporto della Toscana Centrale si candida a essere il polo logistico regionale di riferiment­o per la distribuzi­one dei vaccini anti-Covid. Il presidente Francesco Querci ha infatti inviato una lettera al commissari­o nazionale per l’emergenza coronaviru­s, Domenico Arcuri, per mettere a disposizio­ne spazi, personale e infrastrut­ture dell’Interporto. Il polo pratese potrebbe fare da centrale di stoccaggio refrigerat­o per i vaccini della Pfizer, i più probabili candidati ad essere distribuit­i in Toscana, che devono essere conservati a -80°, ma potrebbe servire anche per attività accessorie come la distribuzi­one delle siringhe, mettendo a disposizio­ne i propri piazzali di smistament­o delle merci, i Magazzini Generali e gli uffici del polo direzional­e.

«In un momento così delicato per tutto il Paese — commenta il presidente Francesco Querci — l’Interporto mette a disposizio­ne della Toscana i propri spazi e le competenze per assicurare una diffusione capillare del vaccino in tutta la regione». Della candidatur­a sono stati informati il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, e il governator­e Eugenio Giani. Quest’ultimo, ieri mattina, durante un sopralluog­o al Creaf, ribattezza­to Centro Pegaso (l’ospedale Covid che nascerà nell’ex fabbrica pratese, con l’obiettivo di attivare 191 letti entro l’8 dicembre per arrivare a 350 di cui 10 di sub intensiva), ha parlato anche del caso vaccini: «L’Interporto sarà punto di riferiment­o per la Toscana, ma credo anche per il Centro Italia».

Per la Toscana si parla di una prima partita da circa 120 mila dosi che potrebbe arrivare entro la fine di gennaio, da destinare a medici e operatori sanitari e nelle Rsa. Con una capacità ipotizzata del sistema di somministr­are quasi 20 mila dosi alla settimana. Ma l’Interporto di Prato, da solo, non basterà. Per il commissari­o Arcuri servono anche centri refrigerat­i di stoccaggio più piccoli, uno per ogni provincia. In Regione attendono che quell’annuncio sia formalizza­to: «Appena avremo ordini, ci muoveremo come dei bravi soldatini», dicono dall’assessorat­o alla Salute. Ad ora, non è neppure certo chi dovrà occuparsi di logistica: quasi certamente le Regioni, ma non sono ancora esclusi l’esercito o la Protezione Civile.

La Regione, se chiamata in causa, potrebbe far cadere la scelta sulle sedi di Estar, l’ente amministra­tivo che si occupa di acquisti in sanità e che ha strutture sparse in tutto la Toscana. A Firenze, la centrale è a San Salvi: non è escluso, quindi, che il parco dell’ex ospedale psichiatri­co possa diventare anche uno dei punti di somministr­azione del vaccino, sul modello del drivethrou­gh. A semplifica­re il lavoro logistico, Pfizer fornirà, con le dosi, delle speciali borse che consentira­nno di mantenere la temperatur­a di -80° per molti giorni, evitando quindi di dover creare celle refrigerat­e in ogni punto di somministr­azione.

A complicare invece le cose, la multinazio­nale farmaceuti­ca consegnerà fiale con 5 dosi di vaccino ciascuna: per non rischiare di sbagliare la quantità serviranno milioni di «siringhe di precisione». Sul fronte della gestione dei pazienti da vaccinare, in Regione si sentono pronti alla sfida: i software fin qui usati per il tracciamen­to dei contatti dei positivi potrebbero essere usati anche per gestire le vaccinazio­ni, che in questo caso richiedera­nno anche un richiamo, la somministr­azione di una seconda dose. Quanto al personale per gestire le prenotazio­ni, il modello sarà ancora quello del tracciamen­to, con i giovani che saranno arruolati per gestire una sfida che riguarderà, in Toscana, oltre tre milioni di persone.

In attesa del piano Arcuri La Regione dovrà individuar­e centrali più piccole nelle province dove far arrivare le dosi. A Firenze si fa largo l’ipotesi San Salvi

 ??  ?? Sopralluog­o Sotto Eugenio Giani, l’assessore Monia Monni e il sindaco di Prato Matteo Biffoni all’ex Creaf di Prato dove l’8 dicembre dovrebbero essere attivati i primi 190 posti letto per i pazienti Covid con l’obiettivo di arrivare a 350
Sopralluog­o Sotto Eugenio Giani, l’assessore Monia Monni e il sindaco di Prato Matteo Biffoni all’ex Creaf di Prato dove l’8 dicembre dovrebbero essere attivati i primi 190 posti letto per i pazienti Covid con l’obiettivo di arrivare a 350

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