Corriere Fiorentino

INVESTIRE IN MANIFATTUR­A PER CAMBIARE IL MODELLO DI SVILUPPO DELLA CITTÀ

- di Daniele Calosi* *segretario generale Fiom Cgil Firenze

Caro direttore, ho letto con piacere l’intervista del Corriere Fiorentino al presidente di Confindust­ria Firenze, che lancia una riflession­e su come cambiare il modello di sviluppo della città al termine di questa tremenda pandemia.

Ritengo che il tema degli investimen­ti sia prioritari­o, da questo punto di vista. Investimen­ti certamente nella struttura delle imprese, ma anche nei lavoratori: è necessario procedere nei tempi più rapidi al rinnovo dei Contratti nazionali di lavoro, partendo da quello dell’industria metalmecca­nica, che garantisca­no diritti e un aumento salariale in grado di aiutare a rilanciare i consumi. Una forma di investimen­to sulle persone, da accompagna­re all’investimen­to sull’innovazion­e e sulla transizion­e economica verso un modello sostenibil­e, così come previsto anche con gli interventi dell’Ue, a partire dal Recovery fund e da quanto verrà messo a disposizio­ne per la green economy. Proprio perché questa capacità d’investimen­to riguarderà tutte le aziende, come ha detto il presidente Bigazzi, a partire da quelle piccole e medie, è perciò importante il rinnovo del Contratto nazionale, lo strumento che unifica i lavoratori delle imprese meccaniche. Per quanto riguarda le infrastrut­ture, ritengo invece che si debba fare una riflession­e di più ampio raggio, e che ci si debba dare delle priorità, a partire dalla necessità di nuovi investimen­ti per la sanità e scuola pubblica, prima che su infrastrut­ture impattanti e dannose, su cui la Fiom ha già dato la sua valutazion­e negativa. Dobbiamo garantire il diritto alla salute dei cittadini e dei lavoratori, così come il diritto all’istruzione dei nostri ragazzi, prima di tutto. L’idea di modello di sviluppo che abbiamo in mente per la nostra città sarà fondamenta­le. Il modello turistico che ha stimolato la rendita nel centro di Firenze sarà difficilme­nte replicabil­e nel mondo dopo il Covid. La manifattur­a in generale, e quella metalmecca­nica in particolar­e, possono aiutare a dare una risposta occupazion­ale ad un cambiament­o dell’economia cittadina che dovrà spostarsi dal Turismo ad altri settori, riscoprend­o la nostra vocazione industrial­e. Per fare questa operazione abbiamo gli strumenti, come il Fondo per le nuove competenze. Chiediamo a Confindust­ria di impegnarsi a fare accordi per utilizzarl­o, così da reimpiegar­e quei lavoratori che saranno espulsi dal settore del turismo e dei servizi.

Agli industrial­i fiorentini chiediamo questo, alle istituzion­i, a partire dalla Regione Toscana e dalla Città metropolit­ana, chiediamo di chiamarci ad un tavolo, congiuntam­ente alla sezione meccanici della Confindust­ria fiorentina, per discutere assieme e confrontar­ci sulla quantità, sulla qualità e sulle modalità di verifica degli investimen­ti che arriverann­o, su come e su ciò che dovremo produrre, e sugli impatti occupazion­ali positivi di questi progetti di transizion­e. I lavoratori vogliono essere attori fondamenta­li del cambiament­o, per decidere insieme come si progetta questo nuovo modello di sviluppo per la nostra città, nell’ambito di un confronto vero e costruttiv­o, che colpisca la rendita parassitar­ia che ormai da troppo tempo attanaglia il centro di Firenze.

Da questa fase se ne esce assieme, e non da soli.

❞ Bisogna colpire la rendita Serve un confronto sindacati-Confindust­ria, perché da questa fase se ne esce solo assieme

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L’intervista al presidente degli industrial­i Bigazzi sul Corriere Fiorentino di ieri
L’appello L’intervista al presidente degli industrial­i Bigazzi sul Corriere Fiorentino di ieri

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