Un mister a distanza
Videochiamate e dati dei gps nel computer, ma per i droni serve un permesso speciale perché il centro sportivo è in area residenziale
punti del centro sportivo (tribuna compresa) e a loro volta collegate via web ad una app, è come se fosse in tuta e scarpini, sul prato dei campini. Senza fischietto, va da sé, ma comunque pronto ad intervenire e a interrompere esercitazioni, schemi e partitelle per correggere gli errori o per spiegare meglio alcuni concetti. Con un piccolo handicap rispetto a tanti altri allenatori della Serie A.
Al momento infatti, la Fiorentina non può sfruttare i droni che già prima dello scoppio della pandemia erano diventati uno strumento di lavoro prezioso per (quasi) tutti gli allenatori. Famosi, per dire, quelli usati da Maurizio Sarri a Napoli dove, grazie a questi, studiava nei minimi dettagli i movimenti della linea difensiva. Lo stesso Pioli, durante il suo isolamento, ne ha fatto uso massiccio. Prandelli non può, e questo perché il centro sportivo Davide Astori si trova in un quartiere residenziale con abitazioni e, soprattutto, ha lo stadio vicino. Servirebbero autorizzazioni speciali che, al momento, il club ha scelto di non richiedere. Se non altro, col prossimo trasferimento a Bagno a Ripoli, questo problema sarà risolto. Chiuso l’allenamento poi, Prandelli riparla con i giocatori e, a fine giornata, oltre a confrontarsi ancora con i suoi collaboratori, riceve sul suo pc tutti i dati (raccolti tramite gps), buoni per analizzare l’intensità con la quale ha lavorato ogni singolo giocatore.
Accade per gli allenamenti, e accadrà anche lunedì sera, in occasione del match col Genoa. Il mister guarderà il match in televisione, sarà costantemente collegato con la panchina, darà le sue indicazioni e parlerà (prima della gara e nell’intervallo) con la squadra. È la didattica a distanza, applicata al calcio. Con la speranza che funzioni un po’ meglio di quella in presenza.