Furia ultras Livorno, l’irruzione nella sede del club che rischia di sparire
I tifosi cercavano i dirigenti. Caccia a 800 mila euro per evitare l’esclusione dalla C
Hanno fatto irruzione nella sede del Livorno a caccia dei responsabili della crisi del Livorno che rischia di portare all’esclusione del club dalla serie C se entro il prossimo 15 dicembre non verranno versati 800 mila euro per pagare stipendi e contributi. Un blitz che alza il livello della tensione in città e che preoccupa anche le istituzioni calcistiche tanto che Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, parla di «atti non giustificabili. La violenza e le incursioni sono da condannare. C’è una situazione che preoccupa. Mi auguro che si risolva al più presto».
Ma il margine temporale per scongiurare il peggio si riduce col passare dei giorni. E il prolungato immobilismo inaccettabile per i supporter amaranto, al punto da spingerli a compiere il blitz per sfogare tutta la loro rabbia nei confronti di Giorgio Heller (il presidente), Rosario Carrano (l’amministratore delegato) e Danilo Mariani (il general manager). Nessuno dei tre, però, era in sede dove era presente soltanto il direttore esecutivo Alessandro Verdolini, non una figura centrale dell’organigramma del club. Un confronto acceso, a tratti teso. «Ma non c’è stata alcuna aggressione, non facciamone un caso», minimizza il dirigente. Sul posto, comunque, è intervenuta la polizia.
Ma quello di giovedì non è il primo episodio. Un mese e mezzo fa, gli ultras amaranto erano entrati di notte allo stadio Picchi e avevano piantato tre croci di legno con i nomi dei soggetti ritenuti responsabili della crisi del Livorno: Aldo Spinelli, Banca Cerea (che aveva finanziato i soci subentrati a settembre rilevando la maggioranza delle quote dall’ex patron: nel frattempo è uscita di scena) e Gruppo Carrano (oggi rappresentato dall’omonimo amministratore delegato e dai suoi uomini di fiducia, Mariani e Heller). Un messaggio violento e minaccioso visto che i tifosi avevano messo ai piedi di una delle tre croci una testa di maiale e affisso sul vetro della gradinata uno striscione intimidatorio: «Pagherete caro, pagherete tutto». Un avvertimento che dopo l’ultimo blitz torna a preoccupare.
Ma i rapporti sono complicatissimi anche all’interno del club, con due fronti distinti: da una parte i soci in possesso dei due terzi delle quote (gli ex presidenti Spinelli e Navarra, oltre a Aimo e Ferretti), dall’altra il Gruppo Carrano, bersaglio della tifoseria per le reiterate promesse di pagamento sin qui disattese. Nel cda di ieri è stata comunque ribadita l’assoluta necessità di sottoscrivere, entro venerdì prossimo, il 25% della ricapitalizzazione da 3 milioni di euro deliberata dall’assemblea dei soci il 25 novembre. Oggi il Livorno avrebbe dovuto giocare a Vercelli contro la Pro, ma a causa della neve la gara è stata rinviata. La data limite per i pagamenti, invece, non cambierà.