Corriere Fiorentino

Furia ultras Livorno, l’irruzione nella sede del club che rischia di sparire

I tifosi cercavano i dirigenti. Caccia a 800 mila euro per evitare l’esclusione dalla C

- di Gabriele Noli

Hanno fatto irruzione nella sede del Livorno a caccia dei responsabi­li della crisi del Livorno che rischia di portare all’esclusione del club dalla serie C se entro il prossimo 15 dicembre non verranno versati 800 mila euro per pagare stipendi e contributi. Un blitz che alza il livello della tensione in città e che preoccupa anche le istituzion­i calcistich­e tanto che Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, parla di «atti non giustifica­bili. La violenza e le incursioni sono da condannare. C’è una situazione che preoccupa. Mi auguro che si risolva al più presto».

Ma il margine temporale per scongiurar­e il peggio si riduce col passare dei giorni. E il prolungato immobilism­o inaccettab­ile per i supporter amaranto, al punto da spingerli a compiere il blitz per sfogare tutta la loro rabbia nei confronti di Giorgio Heller (il presidente), Rosario Carrano (l’amministra­tore delegato) e Danilo Mariani (il general manager). Nessuno dei tre, però, era in sede dove era presente soltanto il direttore esecutivo Alessandro Verdolini, non una figura centrale dell’organigram­ma del club. Un confronto acceso, a tratti teso. «Ma non c’è stata alcuna aggression­e, non facciamone un caso», minimizza il dirigente. Sul posto, comunque, è intervenut­a la polizia.

Ma quello di giovedì non è il primo episodio. Un mese e mezzo fa, gli ultras amaranto erano entrati di notte allo stadio Picchi e avevano piantato tre croci di legno con i nomi dei soggetti ritenuti responsabi­li della crisi del Livorno: Aldo Spinelli, Banca Cerea (che aveva finanziato i soci subentrati a settembre rilevando la maggioranz­a delle quote dall’ex patron: nel frattempo è uscita di scena) e Gruppo Carrano (oggi rappresent­ato dall’omonimo amministra­tore delegato e dai suoi uomini di fiducia, Mariani e Heller). Un messaggio violento e minaccioso visto che i tifosi avevano messo ai piedi di una delle tre croci una testa di maiale e affisso sul vetro della gradinata uno striscione intimidato­rio: «Pagherete caro, pagherete tutto». Un avvertimen­to che dopo l’ultimo blitz torna a preoccupar­e.

Ma i rapporti sono complicati­ssimi anche all’interno del club, con due fronti distinti: da una parte i soci in possesso dei due terzi delle quote (gli ex presidenti Spinelli e Navarra, oltre a Aimo e Ferretti), dall’altra il Gruppo Carrano, bersaglio della tifoseria per le reiterate promesse di pagamento sin qui disattese. Nel cda di ieri è stata comunque ribadita l’assoluta necessità di sottoscriv­ere, entro venerdì prossimo, il 25% della ricapitali­zzazione da 3 milioni di euro deliberata dall’assemblea dei soci il 25 novembre. Oggi il Livorno avrebbe dovuto giocare a Vercelli contro la Pro, ma a causa della neve la gara è stata rinviata. La data limite per i pagamenti, invece, non cambierà.

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 ??  ?? Il precedente Una delle tre croci intimidato­rie piantate dai tifosi al Picchi un mese e mezzo fa
Il precedente Una delle tre croci intimidato­rie piantate dai tifosi al Picchi un mese e mezzo fa

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