Corriere Fiorentino

DA PRATO UNA BOTTA DI VITA

- di Mario Lancisi

Avolte è una questione di occhi, di sguardi. Quelli dei medici e degli infermieri impegnati sul fronte della guerra al Covid-19 appaiono premurosi nei confronti dei malati, ma anche stanchi, pensosi, tenaci. La foto invece del team di ostetricia dell’ospedale Santo Stefano di Prato, dove in un giorno sono nati 14 nuovi bambini, 8 maschi e 6 femmine, ci mostra occhi esplosivi di gioia. Di chi ha vinto una partita difficile, incerta. Ed è proprio così. Nel Paese dove gli anziani muoiono, i bambini non nascono e il futuro sembra essere sprofondat­o in un vicolo cieco, ecco che da Prato arriva un segnale di speranza per credenti e atei. Una via di uscita dall’anno orribile della pandemia. Che non colpisce solo la vita e l’economia, ma anche il futuro: una simulazion­e dell’Istat stima che con il lockdown nasceranno quest’anno 12 mila bambini in meno. Riflesso della paura della gente e spia del venir meno della voglia di scommetter­e sul futuro: «In queste condizioni economiche che senso ha mettere al mondo dei figli?». È questo il refrain dei nostri giorni amari e rassegnati. Da Prato arriva una botta di vita inattesa e sorprenden­te. Se il Natale ha ancora un senso non viene certo dalle dispute stucchevol­i e un po’ surreali sui cenoni, gli sci, gli invitati, i colori delle misure di sicurezza, ma da questi 14 bimbi appena nati. Ci piace pensare che una volta grandi sappiano essere riconoscen­ti ai loro genitori che nell’anno della «peste» hanno avuto il coraggio di scommetter­e sulla vita e sul futuro.

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