Tutte le battaglie dell’Icomos (e tanti progetti mai realizzati)
L’istituzione scientifica e la difesa dell’architettura del ’900
In alcuni casi non sono serviti, se non a rinviare qualunque intervento. In altri hanno bloccato l’operazione, ma l’alternativa non c’è stata. Gli «alert» dell’Icomos Isc20c (consiglio consultivo dell’Unesco, in questo caso per l’architettura del ventesimo secolo) sono presenti nel loro sito ma non c’è mai il «come è andata a finire». Cioè il risultato dell’intervento. Googlando un po’ sulla rete, e facendo qualche altra ricerca, si vede come spesso siano serviti a bloccare il motivo dell’allarme, ma il monumento-edificio-infrastruttura poi è rimasta tale.
Il primo alert, riportato nel sito di Icomos, è della biblioteca pubblica nazionale di Stoccolma, opera di Valfrid Palgrem: un concorso internazionale era stato indetto per rinnovarla, vinto da Heike Hanada. Progetto contro cui si scagliò l’Icomos. E infatti fu rinviato, cancellato, poi affidato a un altro progettista, lo studio Caruso St John. Anche questo saltato: è cambiata l’amministrazione locale, i costi erano troppo alti.
È quello che è successo anche all’International Congress center di Berlino. Altro alert, nel 2015: nel 2014 era arrivata la proposta di demolirlo, l’opera era piena di amianto, la società che lo gestiva non riusciva a sostenere i costi di manutenzione. Non è stato demolito, è stato usato come centro per immigrati, ora si calcola che solo la bonifica dall’amianto costa di più del progetto del 2014, oltre 259 milioni di euro.
In un caso l’intervento dell’Icomos è stato necessario per salvare due murales di Picasso dopo che il Regjeringskvartalet di Oslo (il «quartiere del governo») era stato danneggiato nell’attentato terroristico del 2011 in Norvegia
(la serie di attentati organizzati dal neonazista Anders Behring Breivik e che portarono anche all’uccisione di 77 giovani socialdemocratici nell’isola di Utoya). Il complesso è stato demolito e ricostruito per soddisfare gli standard aggiornati per la sicurezza, lo spazio di lavoro e le normative ambientali. I due murales ricollocati, uno lo scorso luglio. Tra gli altri alert, da Hong Kong alla Francia, si arriva anche alla Russia: la Shukhov Tower, a Mosca, torre radiotelevisiva costruita nel 1922 su progetti di Vladimir Shukhov, doveva essere abbattuta. Ecco un altro alert di Icomos, nel 2014: dopo molte pressioni, un anno dopo fu sospesa l’operazione e nel 2017 fu lanciato un concorso internazionale per rinnovare e preservare il monumento. Ancora da finire.