Ritorno agli anni Ottanta Con Pelù e i primi Litfiba
Una macchina del tempo settata sulla Firenze del passato, quella che per almeno un decennio ha saputo essere la città del futuro. Domani, alle 17 su Controradio, va in scena questo viaggio: un incontro, virtuale ma ravvicinatissimo, con Piero Pelù, il frontman dei Litfiba che ricostruirà con Bruno Casini e Gimmy Tranquillo il clima in cui maturò l’esperienza di una delle band che ha composto ed interpretato la colonna sonora degli anni Ottanta. Una data affatto casuale, che coincide in sostanza con il quarantennale della formazione originale. Confservizi Cispel ha organizzato questo incontro, primo di una serie di appuntamenti sul tema ancora da definire, accogliendo l’appello firmato da oltre 200 persone negli scorsi mesi per celebrare i quarant’anni dall’inizio di questa grande avventura culturale. Quello tra il 1980 e il 1990 è stato il decennio che ha trasformato la città nella capitale new wave della musica, del teatro, del design, della fotografia e della moda; il decennio di fermento che con le fanzine come Stress e le riviste come Westuff interpretava un cambiamento cavalcato dalle radio libere. Ed è significativo che pochissimi anni prima, fosse nata anche l’emittente che trasmette l’incontro che andrà in onda anche in streaming sui social di Controradio. Nell’incontro Piero
Pelù parlerà della Rokkoteca Brighton. Nella Casa del Popolo di Settignano un gruppo di ragazzi aveva allestito questo club che sarebbe diventato il ritrovo della «generazione dark». Il «concerto elettrico» eseguito lì con la prima formazione originale dei Litfiba — con Francesco Calamai alla batteria, Gianni Maroccolo al basso, Ghigo Renzulli alla chitarra, Antonio Aiazzi alle tastiere e Piero Pelù alla voce — viene considerato il primo evento live della band fiorentina, l’origine simbolica di quegli anni che per la città hanno rappresentato l’inizio del «Rinascimento Rock». «La prima esibizione nella cantina della Casa del Popolo di Settignano fu rumorosa, — raccontano ricordando quella sera alcuni fra i duecento spettatori — l’impianto fonico non funzionava al massimo, Piero giocava con la sua gestualità teatrale, fu un momento di grande impatto, resterà nel cuore di chi c’era, un ricordo indelebile di quella band in un piccolo grande spazio». Appuntamento a domani per capire cosa ricorda chi ha visto la stessa scena dal palco.