Corriere Fiorentino

Renzi attacca i pm «I sequestri per Open, ennesima figuraccia»

Inchiesta Open, le motivazion­i del no al trasferime­nto: si indaga anche per corruzione

- di Antonella Mollica

L’attacco di Matteo Renzi alla Procura di Firenze arriva puntuale nella sua e-news all’indomani della Cassazione che si è pronunciat­a sulle perquisizi­oni alla famiglia Aleotti. «Terza bocciatura consecutiv­a per la Procura da parte della Cassazione che ha definito il sequestro ai finanziato­ri della Leopolda “onnivoro, invasivo, asimmetric­o”. Quel sequestro è stato uno scandalo clamoroso. In Senato chiederemo al ministro della Giustizia quanto è costato quel sequestro ai cittadini e se qualcuno pagherà per il danno prodotto non a me o a Italia Viva ma alle casse dello Stato. Con questa sentenza abbiamo una pagina di civiltà che aiuterà altri cittadini ad avere più diritti».

Terreno di scontro con i magistrati fiorentini è l’inchiesta sulla Fondazione Open, la «cassaforte» che ha finanziato la scalata di Renzi da sindaco a premier. Fino a oggi si sapeva che la procura ipotizzava il finanziame­nto illecito per Renzi, i suoi ex ministri Maria Elena Boschi e Luca Lotti, l’imprendito­re amico Marco Carrai e l’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente di Open. Dopo la richiesta dei legali di Renzi di trasferire l’inchiesta in altra sede (Roma, Velletri o Pistoia) è emerso che c’è anche un’ipotesi di corruzione su cui i magistrati stanno lavorando. Corruzione che non riguardere­bbe comunque Matteo Renzi. Questo è il tassello che, per la Procura, radica l’inchiesta a Firenze.

Gli episodi su cui si sono concentrat­i gli inquirenti sono quelli relativi ai rapporti tra il presidente della Fondazione Open, l’avvocato Alberto Bianchi, e il gruppo abruzzese Toto costruzion­i. Nel 2016 Toto affida una consulenza allo studio legale Bianchi per un contenzios­o tra la Toto e la società Autostrade. I pm ritengono che quella consulenza a Bianchi nasconda un finanziame­nto alla Fondazione ritenuta «un’articolazi­one di partito». Dalla documentaz­ione sequestrat­a nel corso delle perquisizi­oni di un anno fa sarebbe emerso che nell’ambito dell’attività profession­ale in favore della Toto, Bianchi si sarebbe rivolto ai due membri del cda di Open, Carrai e il deputato Lotti, all’epoca sottosegre­tario alla Presidenza del consiglio dei ministri. In un appunto ritrovato durante le perquisizi­oni Bianchi comunica a Lotti di aver avuto «750k sulla base dell’accordo con Toto». Di quella cifra Bianchi avrebbe poi dirottato 200 mila euro su Open e 200 mila verso i Comitati per il sì al referendum costituzio­nale del 2016.

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Alle Cascine La foto postata ieri da Matteo Renzi sui social

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