La lezione dei bambini in piazza Duomo
Manifestazione di studenti e genitori in piazza Duomo. «Ingressi scaglionati e tracciamento»
(Cambi/Sestini)
Mascherine sul viso, borraccia d’acqua, foglio e penna sul ripiano. Sei piccoli alunni fiorentini si siedono composti ai propri banchi, rigorosamente a un metro di distanza. Non sono in aula, ma in piazza Duomo, davanti alla sede della Regione Toscana e sotto un cielo che alterna sole e pioggia. Sono qui con insegnanti, genitori, altri studenti più grandi per chiedere la riapertura della scuola per tutti in presenza e in sicurezza il prima possibile (gli studenti delle superiori sono in didattica a distanza da oltre un mese e dovrebbero rientrare il 7 gennaio, ma a rotazione, le seconde e terze medie, con la Toscana «arancione» rientreranno in classe mercoledì).
Ieri pomeriggio a Firenze è andata in scena l’ultima protesta del mondo scolastico organizzata del Comitato Priorità alla Scuola, in mobilitazione permanente ormai da 8 mesi. «Siamo stufi e indignati del trattamento che la scuola riceve», spiega Costanza Margiotta, mamma, docente universitaria e fondatrice del Comitato. «In Italia ancora una volta tutto riapre, tranne le scuole, in altri Paesi europei i contagi sono sotto controllo a scuole aperte, nel nostro la curva scende ma le scuole restano chiuse». Margiotta ricorda i numeri della prima fase dello screening anti Covid fatto nelle scuole fiorentine, promosso e finanziato da Fondazione CR Firenze, in sinergia con il Comune: su 3.200 test rapidi effettuati, solo 4 positivi. «Siamo a una percentuale di 0,125. Dimostra che le scuole non sono focolai o luoghi di contagio: noi chiediamo il rientro al 100% e in continuità».
Il Comitato boccia l’idea avanzata nei giorni scorsi della Regione di garantire, per la riapertura delle superiori a gennaio, il 50% della capienza sui mezzi pubblici ma con il 50% della didattica a distanza. Propone invece ingressi scaglionati accompagnati da una riorganizzazione dei trasporti, per separare il flusso scolastico da quello dei lavoratori, corsie preferenziali per le scuole per tamponi e tracciamento. «Nulla, o quasi nulla, è stato fatto dalle istituzioni per risolvere le criticità che patiscono i trasporti pubblici e la medicina territoriale, in nome delle quali le scuole sono state chiuse. La scuola è un diritto che non deve essere cancellato da disservizi. Le scuole vanno tenute aperte: anche nel caso di ulteriori situazioni critiche in futuro, le scuole devono essere le ultime a chiudere, le prime a riaprire».
Alunni, docenti, genitori (ma in piazza sventolano anche bandiere dei sindacati) manifestano con cartelli colorati e slogan: «Non riapriamo tutto per non riaprire la scuola», «Allerta scuola, altro che meteo», «Non giochiamoci il futuro a dad», «Meno Baccelli più cervelli», «La scuola è a scuola».