Corriere Fiorentino

Kali, dal marciapied­e al canile, aspettando un nuovo inizio

- Di Irene Roberti Vittory

Kali, oscura e temuta. Kali, la distruttri­ce. Raffigurat­a con i palmi delle mani insanguina­ti e una collana di teste mozzate, questa divinità induista rappresent­a la fine. Ma la fine di che? Non di tutto. È piuttosto la transizion­e, la morte che poi genererà vita. Difficile, però, ammettere la bontà di alcune esperienze, impossibil­e non restare attoniti di fronte all’imponderab­ile. Kali, meticcia bianca e nera di circa tre anni e undici chilogramm­i di peso, è una canina tosta: i suoi primi anni li ha trascorsi sui marciapied­i, al fianco di una clochard. Voleva bene alla sua padrona, l’ha accudita intuendo la necessità di sorvegliar­e il poco posseduto. Ora che la sua padrona è dove Kali non può proteggerl­a, sono i volontari del canile Assta di Siena a proteggere Kali. Il canile è il suo luogo di passaggio. Che la preparerà a una vita di amore domestico, perché anche la sofferenza può generare nuovi fortunati inizi. Info: www.sienadozio­ni.it

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