Kali, dal marciapiede al canile, aspettando un nuovo inizio
Kali, oscura e temuta. Kali, la distruttrice. Raffigurata con i palmi delle mani insanguinati e una collana di teste mozzate, questa divinità induista rappresenta la fine. Ma la fine di che? Non di tutto. È piuttosto la transizione, la morte che poi genererà vita. Difficile, però, ammettere la bontà di alcune esperienze, impossibile non restare attoniti di fronte all’imponderabile. Kali, meticcia bianca e nera di circa tre anni e undici chilogrammi di peso, è una canina tosta: i suoi primi anni li ha trascorsi sui marciapiedi, al fianco di una clochard. Voleva bene alla sua padrona, l’ha accudita intuendo la necessità di sorvegliare il poco posseduto. Ora che la sua padrona è dove Kali non può proteggerla, sono i volontari del canile Assta di Siena a proteggere Kali. Il canile è il suo luogo di passaggio. Che la preparerà a una vita di amore domestico, perché anche la sofferenza può generare nuovi fortunati inizi. Info: www.sienadozioni.it