Corriere Fiorentino

Tetris Cashback

«Il pan, l’onboarding» La Crusca corregge la App del governo

- di Chiara Dino

Aprire la prima pagina di «Io», la trovata informatic­a recentemen­te riproposta dal governo come panacea di tanti danni all’economia causati dalla pandemia, rassicura. Insomma, in questi tempi bui, scanditi dalle esternazio­ni del premier Giuseppe Conte che, giustament­e, pone dei paletti alla nostra libertà di movimento, sentirsi parte di un tutto che funziona è fantastico. «Io — si legge — permette di interagire facilmente con diverse Pubbliche Amministra­zioni, locali o nazionali, raccoglien­do tutti i loro servizi, comunicazi­oni, pagamenti e documenti in un’unica app, in modo sicuro e sempre a portata di mano». La scarichi sul tuo telefonino e il gioco è fatto si direbbe. Purtroppo le cose non sono così semplici.

Io, per chi non lo sapesse, è un’applicazio­ne della pubblica amministra­zione che, se attivata, oltre a farci dialogare virtualmen­te con un folto gruppo di uffici — cosa che in teoria dovrebbe far già — da oggi ci rimborserà una piccola parte delle spese fatte pagando con carte (di credito o bancomat) nei negozi delle nostre città — se si spende online non si recupera un centesimo: il cosiddetto caskback. Così, visto che pecunia non olet, in tanti si sono attrezzati o si stanno attrezzand­o per scaricare Io.

Buon per noi lo ha fatto anche Claudio Marazzini presidente dell’Accademia della Crusca — secolare istituzion­e a difesa della lingua italiana — e con lui, Incipit, il gruppo interno all’Accademia nato per monitorare neologismi e forestieri­smi e magari bloccarli. Tra loro c’è anche Anna Maria Testa, la pubblicita­ria, per dire. La loro analisi e le loro linee guida per «interagire facilmente con diverse Pubbliche Amministra­zioni» è esilarante. O deprimente: dipende dai punti di vista. Partiamo dal nome: «Io — ci dice Marazzini — pare dovrebbe farci usufruire di questo servizio chiamato Cashback. Letteralme­nte significhe­rebbe Restituzio­ne di contante. Il che è doppiament­e fuorviante. Perché mette all’angolo chi non ha dimestiche­zza con l’inglese e perché in questa procedura di contante non ce n’è traccia né nelle nostre spese né nei rimborsi. La app ci restituisc­e parte dei nostri soldi solo se li abbiamo spesi con carta e ce li rende sotto forma di bonifico sui nostri conti correnti. Di moneta sonante non se ne riceve ma la si evoca. Il supermerca­to sotto casa mia è stato più efficace con la sua campagna Spendi e riprendi».

A proposito di efficacia comunicati­va lascia perplessi anche la schermata che invita l’ignaro utente a entrare nel magico modo di Io tramite Spid o Cie (Spid sta per Sistema Pubblico di Identità digitale e Cie per Carta d’identità elettronic­a). La traduzione aiuterebbe. Così come aiuterebbe in molti altri casi. Ecco perché proprio alla traduzione di alcuni tra i passi più oscuri — roba da glossario del fumetto — ci ha pensato la Crusca. «Il 3 dicembre — dice il presidente — su Google

Play è stato pubblicato un aggiorname­nto con un vademecum per l’utilizzazi­one di Io scandito da incomprens­ibili acronimi. Così insieme al gruppo di Incipit abbiamo lavorato alla sua decodifica e poi l’abbiamo resa pubblica (vedi grafico accanto). Il risultato? Siamo stati contattati dagli informatic­i che avevano prodotto quella guida. Si sono in qualche modo scusati e poi hanno fatto sparire dalla rete il documento. Visto che gli aggiorname­nti di applicazio­ni come queste sono effimeri ne ho fatto una foto».

Qui riportiamo un solo esempio di questo delirio e della sua trasposizi­one in linguaggio corrente: «Digitando il Pan della carta di credito, in fase di inseriment­o, viene riconosciu­to il brand e mostrata l’icona relativa» si legge nelle info. Traduce la Crusca: «Quando si digita il numero della carta di credito, appare il marchio del circuito di pagamento». L’oscuro linguaggio ricorre con commovente coerenza. E il pensiero corre veloce a Gulp Smack Fumetti in Tv, sigla di apertura del programma SuperGulp! I fumetti in Tv, in onda negli anni 70.

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