RIECCO I FANTASMI
Sarà una stagione durissima per la Fiorentina. Con i fantasmi del 1992-93 che tornano alla mente, con la differenza che in quella stagione la squadra di Gigi Radice si trovava in lotta per le prime posizioni. Stavolta, i viola di Prandelli, non potranno nemmeno far affidamento su quel tesoro di punti per cercare di evitare una retrocessione che a questo punto non può più essere liquidata con sufficienza. Perché il pareggio all’ultimo secondo di Milenkovic che regala un punto anche meritato alla Fiorentina non può e non deve essere considerato come la fine di tutti i problemi. Un gol di rabbia (meno male, almeno quella) ma arrivato al 97’ con il Genoa stremato e alla fine di un batti e ribatti in area di rigore. Un gol che certo fa respirare, ma che dovrà essere seguito da partite di altro livello per poter pensare che la crisi viola sia alle spalle. Tre allenatori si sono susseguiti nella finora poco edificante gestione Commisso. E tutti e tre hanno riportato cicatrici difficili da smaltire. Lo stesso Cesare Prandelli sembra ancora un uomo al timone di una barca che sbanda pericolosamente al primo colpo di vento, incapace di indirizzare le partite verso la rotta pensata alla vigilia. Gli impietosi primi piani televisivi raccontano ancora di occhi pieni di paura e di ansia che certo non giovano alla crescita di un gruppo troppo fragile sul piano del gioco e su quello psicologico per lasciar tranquilli i tifosi. Il pareggio di Milenkovic però regala almeno un punto e soprattutto tiene più lontano il Genoa nella lotta per non retrocedere. Un brodino, visto che i viola escono dalle gare con il Benevento e con il Genoa con un solo punto in classifica, dovendo invece affrontare ora Atalanta, Verona e Juventus. La certezza insomma di non aver solo rimandato l’ingresso in zona retrocessione prima della fine dell’anno insomma ancora non può esserci. Servirà allora tutta l’esperienza e il senso di appartenenza di Cesare Prandelli per uscire da questa situazione. A lui il compito di trovare la chiave giusta per accendere un motore che resta, nonostante tutto, ancora ingolfato.