Corriere Fiorentino

Il leghista e la vendetta divina su Firenze

Il consiglier­e Asciuti: la pandemia? Non avete voluto consacrare la città alla Madonna...

- Di Riccardo Saccenti

«Rifiutare sdegnosame­nte la consacrazi­one alla Madonna ha portato “fortuna” alla città di Firenze?». La domanda retorica del consiglier­e Andrea Asciuti riassume e incornicia il contenuto di un’articolata intervista comparsa sulla pagina del gruppo consiliare della Lega del Comune di Firenze. Tornando sull’iniziativa, lanciata un anno fa, di consacrare a Maria la città di Firenze, il consiglier­e Asciuti traccia un legame stringente fra le tragiche conseguenz­e del Covid per Firenze e la sua economia e l’omissione di un gesto che, a detta del consiglier­e, altro non era se non l’espression­e di una fedeltà alle tradizioni di antenati che, sono parole sue: «Le erano molto devoti, a Lei rivolgevan­o la mente e il cuore e la sua immagine ovunque ponevano». Il consiglier­e leghista esprime certamente una coerenza personale e di idee di cui è giusto dare atto ma nella quale emerge il perdurare in una confusione di piani che non aiuta Firenze e tantomeno esprime una cura per quella pietà popolare dei cattolici che, in sé, è immagine sincera di una fede vissuta. Non solo perché si mettono assieme eventi e gesti della storia cittadina che appartengo­no a momenti nei quali le espression­i della fede avevano forme e caratteri difficilme­nte equiparabi­li a quelli di oggi. Vi è anche un improvvido nesso che si vuole stabilire fra le scelte del Consiglio comunale fiorentino e un evento, la pandemia, che nelle parole di Asciuti assume i contorni di una punizione divina o quanto meno dell’esito inevitabil­e del «laicismo orgoglioso» di chi governa la città. Rispetto a un atteggiame­nto del genere viene da chiedersi dove sia, secondo il consiglier­e, quel Dio di misericord­ia di cui parla il Vangelo. Domanda legittima, soprattutt­o alla luce del fatto che Asciuti fa della decadenza economica della città il segno tangibile dell’errore politico/religioso commesso dalle sue istituzion­i, senza preoccupar­si minimament­e di quella esperienza radicale e lacerante che è stata, che è e che sarà ancora, purtroppo per settimane la perdita di vite, di affetti, di amori e amicizie che apre voragini profonde e insanabili nelle esistenze di singoli, famiglie e comunità. Il ritorno della proposta di una consacrazi­one di Firenze a Maria da parte delle autorità civili testimonia di come la situazione estrema della sofferenza causata dal Covid-19 metta a nudo le tante contraddiz­ioni di cui l’essere umano è capace. E fra queste vi è anche quella di quanti affrontano questo tempo con l’atteggiame­nto di Donna Prassede di manzoniana memoria, la quale era «molto inclinata a far del bene: mestiere certamente il più degno che l’uomo possa esercitare; ma che purtroppo può anche guastare, come tutti gli altri».

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Domande retoriche Il consiglier­e leghista Andrea Asciuti

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