La Fiorentina ricomincia da uno
Pjaca gela i viola all’89’, Milenkovic li salva al 97’ ma con il Genoa c’è da salvare soltanto il pareggio
Lo scontro diretto con il Genoa certifica una situazione drammatica: un gol al 97’ di Milenkovic regala alla Fiorentina un pareggio che allontana il terzultimo posto ma non fa uscire dalla crisi i viola, che sotto la gestione Prandelli hanno ottenuto appena un punto in tre partite.
Quando tutto sembra finito. Quando il burrone è lì, un centimetro davanti ai piedi, e basterebbe un soffio di vento per cadere di sotto. Quando nessuno, probabilmente, credeva di poter sfuggire ad un tremendo destino. Nessuno, tranne questo strano gruppo di calciatori che, nel mezzo di una crisi infinita, e nel momento più difficile, hanno tirato fuori tutto quell’orgoglio di cui si erano perse le tracce. E allora chissà che da questa reazione, da quel destro pieno di rabbia di Milenkovic, non possa (ri)nascere qualcosa di bello.
Le chiamano «svolte» e questo 1-1, per come è arrivato, sembra somigliarli parecchio. Perché forse, come aveva detto Prandelli alla vigilia, non era «una partita da vita o morte» ma di certo, quella col Genoa, era una di quelle sfide destinate a segnare una stagione. Uno scontro diretto. Né più, né meno. Con un solo risultato a disposizione: la vittoria. Per trovarla, Prandelli ha scelto la stessa, identica squadra che, una settimana fa, era uscita sconfitta da San Siro. Un 4-2-3-1 che in fase difensiva si trasformava agilmente in 4-4-2, con Callejon, Ribery e Castrovilli a supporto di Vlahovic. Anche a centrocampo, dove si pensava che uno tra Duncan e Borja Valero potesse far tirare il fiato a Pulgar, tutto come col Diavolo. Difficoltà (enormi) comprese.
Il primo tempo infatti è stato a tratti inquietante per mancanza di idee. Un lentissimo possesso palla alla perenne ricerca di un guizzo che non arrivava mai. Un’infinita serie di tocchi orizzontali, come in quelle esercitazioni nelle quali, in allenamento, vince chi infila più passaggi consecutivi senza perdere il pallone. Il gol, in quei casi, non conta, ma per i viola non sembra esserci differenza quando si gioca per i tre punti. Paralizzati, forse, dalla paura di perdere, e incapaci di prendersi anche il minimo rischio. Callejon e Ribery compresi. E così, all’intervallo, la Fiorentina è arrivata senza calciare mai in porta. Giusto un colpo di testa di Vlahovic (al 41’) uscito di poco. Poi, il nulla. Con l’aggravante dell’infortunio di Castrovilli, uscito dolorante per un colpo preso in avvio di par