L’amica del Tribunale dei Minori «Ammazzerebbe chi l’ha aiutata»
Rosa Russo, all’epoca dei fatti giudice onorario al Tribunale dei Minori di Firenze, è un nome molto noto in Toscana. Amica di Alessio Zoppi ed Enrico Benassi della cooperativa, la Procura l’accusa di essersi messa a disposizione in cambio di un posto di lavoro nella Sepitern per un suo parente. I carabinieri intercettano i vertici della cooperativa mentre due dipendenti spiegano che la Russo le ha appena informate di un fatto: alla Procura dei Minori ci sono registrazioni di minacce che alcuni operatori della cooperativa hanno proferito nei confronti di alcuni utenti, la magistratura sta per aprire un’inchiesta, bisogna fare attenzione alle strutture che sono in sovrannumero. «Circostanza, evidentemente, ben nota alla Russo che tuttavia non ha mai segnalato», annota il gip. Altro punto: alla «Numeri primi» di Aulla una donna non viene fatta entrare nella struttura nonostante sia stato concordato un appuntamento. Lei va a denunciare il fatto alla Russo che però lascia cadere tutto, come spiega lei stessa a Zoppi: «... cioè io, se era un’altra struttura che non... se era un’altra struttura avrei fatto a meno. Avrei chiamato la responsabile e avrei scritto, addirittura. Cioè, ma io non posso farlo con te. (...) Capito?». Capita che vi siano dei contrasti, come quando lei non avverte di un’ispezione della Procura dei Minori in due strutture e allora i vertici le danno della «traditrice» attenta a guardare «il suo portafoglio» che «ammazzerebbe chi gli ha dato una mano nella vita». Ma la loro amicizia, a detta degli inquirenti è salda e datata. Come quando — scoperte per caso delle microspie in una struttura — Benassi commenta al telefono: «Non posso denunciare il giudice sennò sono implicato anche io, lei è deontologicamente da mandare in galera perché fa schifo...».