Firenze, gli appelli non bastano Assalto al centro per lo shopping
Fiume di gente in via Calzaiuoli, via Gioberti, Borgo La Croce Le forze dell’ordine ci sono ma faticano. I negozi: buon inizio
In questo 2020 di stravolgimenti, qualcosa resta fedele alla tradizione: l’assalto dell’Immacolata ai regali di Natale. Ieri, nel secondo giorno di riapertura dei negozi dopo lo stop della «zona rossa», un fiume di gente si è riversato nelle vie fiorentine dello shopping. Con inevitabili assembramenti — nonostante la massiccia presenza di controllori — soprattutto in via Tornabuoni, per le foto di rito accanto alle luminarie, via Calzaiuoli, via Roma e via Calimala dove le forze dell’ordine hanno avuto qualche difficoltà a contenere l’esuberanza e la voglia di socializzare soprattutto dei più giovani.
Grandi code davanti alla Rinascente, a Zara, a H&M e ad alcuni negozi di abbigliamento sportivo, mentre al Disney Store decine di bimbi, babbi e mamme, hanno creato una sorta di muro invalicabile che consigliava l’uso di strade interne per passare, via dei Tosinghi, via dei Medici e via delle Oche. «Dopo due giorni di incassi pari a zero oggi (ieri, ndr) finalmente un po’ di ossigeno. Certo, i guadagni di una sola giornata non ci aiuteranno a risolvere i nostri problemi ma sono un buon inizio», dice la commessa di una nota boutique di via Roma mentre cerca di far rispettare le misure anti contagio ai clienti. Il sindaco Dario Nardella aveva definito la giornata dell’Immacolata «da bollino nero» chiedendo responsabilità ai fiorentini, ma questo non è bastato a convincere i più a non riempire le strade per far compere nel giorno di festa. «Dopo settimane chiusi in casa finalmente si ricomincia a respirare un po’ di libertà», sintetizza Giampiero, 18 anni, sorseggiando un Negroni da asporto sotto i portici di piazza della Repubblica. Attorno a lui decine di ragazzi, alcuni con la mascherina abbassata, altri troppo vicini. E se il centro di Firenze ieri è stato preso d’assalto come accadeva nel pre pandemia, Gavinana e Novoli hanno invece sofferto la chiusura dei negodel zi, mentre in Borgo La Croce e in via Gioberti era difficile farsi largo tra la folla: tanta gente a guardare le vetrine e negozianti soddisfatti, con i clienti attirati dai forti sconti che tanti già fanno pur di liberare scaffali e magazzini.
I conti sono comunque ben lontani dal tornare, spiega Monica Coppoli, portavoce di 22 centri commerciali naturali di Firenze che raggruppano circa mille botteghe e negozi di vicinato, il 95% delle attività centro e l’80% di quelle che si trovano in periferia, dalla riapertura, hanno lavorato con perdite che si aggirano intorno al 70%. «Più che altro — afferma Coppoli — le persone hanno fatto un giro tra i negozi per farsi venire l’idea giusta e rimandare l’acquisto al periodo dei saldi, anche se già in tanti hanno riaperto con gli sconti. Abbiamo i magazzini pieni, i fornitori col fiato sul collo: abbiamo bisogno di liquidità anche perché gli aiuti promessi non sono ancora arrivati». A complicare la situazione, il cosiddetto cashback di Natale e la lotteria degli scontrini: «Che si traducono in ulteriori costi sulle spalle di un settore già in ginocchio. Questo Natale sarà strano e povero. Tanta gente in centro a fare shopping? Io penso che saranno pochi a fare acquisti...».