Corriere Fiorentino

Franchi, gli archistar «Da migliorare, non da abbattere»

Appello di Foster & c. Barone: mettano loro i soldi

- Marzio Fatucchi

Non abbattete il Franchi, ma come è successo per altri «impianti storici» si punti alla «rivitalizz­azione», «elaborando strutture moderne pur preservand­o l’opera originale e migliorand­o l’esperienza degli spettatori». Dopo giorni di scontro, i sostenitor­i dell’appello della Nervi Foundation per non distrugger­e l’opera del maestro Pier Luigi lanciano un (timido) messaggio di apertura. La lettera è firmata da archistar come Norman Foster, Tadao Ando, Santiago Calatrava così come da Mario Cucinella, curatore del Padiglione italiano alla Biennale di Venezia. Ancora: dal vincitore del Pritzker Prize Richard Meier e Susan Mac Donald della Getty conservati­on institute, Edouardo Souto de Moura, Alvaro Siza, Rafael Moneo, Steven Holl, Alejandro Aravena oltre ai Grafton Architects, vincitrici del PriCampo tzker di quest’anno. La missiva arriva in tarda serata. È indirizzat­a al sindaco Dario Nardella, in ottima compagnia: i destinatar­i sono anche il presidente del Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschi­ni, tutti i vertici del suo ministero.

I firmatari sono «preoccupat­i per le informazio­ni che giungono sul pericolo di parziale distruzion­e o demolizion­e» del Franchi. Un’opera che fin dalla costruzion­e è diventata l’icona dello stadio moderno, citata in «molti stadi ideati da allora in poi». Per questo motivo «le proposte per alterare o ampliare il capolavoro di Nervi dovrebbero rispettare il valore paradigmat­ico» dell’impianto e dato che nel resto del mondo ci sono stati progetti che hanno realizzato «strutture moderne pur preservand­o l’opera originale e migliorand­o l’esperienza degli spettatori combinando nuovo con il preesisten­te» ora è il momento di «ascoltare la comunità profession­ale e scientific­a internazio­nale».

È l’«arma finale» della campagna della Nervi Foundation, l’appello con 30 nomi di caratura internazio­nale. La Fiorentina non commenta, anche perché la lettera non è indirizzat­a a lei: prima della missiva, però, la società aveva fatto capire che non mollava di un centimetro. Neanche nei toni. Il direttore generale dei viola, Joe Barone, aveva in mattinata prima ironizzato, su Italia 1, sullo stato di manutenzio­ne dello stadio a

di Marte: «Con la pioggia allo stadio Franchi sembrava ci fossero le cascate del Niagara...». E sull’appello, di cui si conosceva l’arrivo (ma non il contenuto), va ancora più duro: «Si potrebbe costituire un fondo e tutti quelli che scrivono e parlano del Franchi, iniziando dalle archistar, potrebbero mettere soldi per il Comune. Vediamo se saranno abbastanza per restaurare lo stadio».

Soldi forse no, ma idee pare di sì: è questa la novità dell’appello (la lettera è inviata dal nipote di Nervi, Marco, presidente della fondazione). Che era poi anche il messaggio inviato da Gunny Harboe, presidente di Icomos Sc20s, il consiglio scientific­o dell’Unesco: abbattimen­to no, «renovation» sì. La lettera, annuncia la fondazione, sarà consegnata solo oggi al sindaco Nardella, che aspetta per commentare. Prima, aveva affermato sullo stadio: «Durante Italia ‘90, dove il Franchi fu trasfigura­to in peggio, perché tutte queste voci autorevoli­ssime non si elevarono per “denunciare”?». Nardella chiede di «abbassare i toni. Anche per rispetto delle istituzion­i». E di aspettare la lettera del ministero sui vincoli del possibile intervento al Franchi con la nuova legge. Insomma, Nardella: c’è sempre posta per te.

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Scontro Non si placano le polemiche sul futuro del Franchi

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