Il sito che spiega le leggi a chi non ha studiato legge
In testa alle classifiche il podcast lanciato da un gruppo di giovani avvocati fiorentini
«Il diritto è ovunque: quando acquistiamo un caffè la mattina stipuliamo un contratto e rischiamo sanzioni se attraversiamo la strada lontano dalle strisce o portiamo a passeggio un cane senza guinzaglio». Parla Giandomenico Sità, 29 anni, avvocato e fondatore insieme ai colleghi Cristina Trocker, Cosimo Pagnini e l’aspirante notaio Alberto Ricasoli Filidolfi di «Diritto al punto» (www.dirittoalpuntopodcast.com), podcast con l’obiettivo di rispondere ai quesiti non solo di giuristi o aspiranti tali, ma anche di curiosi di legge. La squadra si è rinforzata con l’arrivo di Benedetta Latini e Ginevra Lombardi, neo avvocate. Un obiettivo finora centrato: dalla prima lezione, postata il 5 marzo, il sito è schizzato in cima alla classifica di gradimento in rete ed è stato selezionato tra i migliori al Festival del Podcasting 2020. «Il diritto è una materia complessa e con i suoi latinismi rischia di esser noiosa — spiega Sità — Vogliamo renderlo fruibile a tutti anche in maniera divertente: nelle 34 lezioni pubblicate abbiamo inserito citazioni dai film Woody Allen e Carlo Verdone o i celebri tormentoni di Ross o Rachel di Friends».
Tanti i quesiti del popolo del web: è punito un magistrato accusato di aver ottenuto soldi e regali per influenzare le sentenze? Come funzionano gli spostamenti sotto Natale al tempo del coronavirus? Cos’è il Mes? È legale la coltivazione degli stupefacenti in casa? «C’è la signora curiosa di sapere quale contratto conviene stipulare per acquisire un ramo di azienda. E lo studente in veterinaria che vuol capire se un magistrato è punito se commette reati o illeciti civili. A domande complesse — aggiunge Sità — risposte semplici ma non banali». Nelle lezioni su Youtube, sono stati coinvolti anche la presidente della scuola di giurisprudenza Paola Lucarelli, Michele Papa docente di diritto penale e l’avvocato Cathy la Torre. «Volevamo metterci in gioco, anche all’epoca del coronavirus — conclude Sità— Ci siamo riusciti? lo dirà ancora una volta, il web».