Corriere Fiorentino

Il jolly di Prandelli, a caccia di un posto per l’Europeo

- Stefano Rossi

Se c’è una cosa di cui ha bisogno Cesare Prandelli in questo momento di difficoltà, oltre ad una buona dose di fortuna, è un jolly. Un giocatore che possa, grazie alla sua poliedrici­tà, coprire le falle che la squadra sta palesando. Gli esempi certo non mancano: i ritmi bassi del centrocamp­o, le poche verticaliz­zazioni e, perché no, gli inseriment­i in area per segnare qualche gol. Quest’ultimo è il limite che si sta ripetendo ormai da troppo tempo, la Fiorentina fa una fatica immane a concretizz­are.

L’identikit perfetto che risponde a tutte queste esigenze è quello di Giacomo Bonaventur­a. Esperto, abile a ricoprire più ruoli, può diventare il valore aggiunto della rosa per uscire dalla zona paludosa della classifica. Giocando col passato, potrà ricoprire il ruolo di Martin Jorgensen della prima gestione di Prandelli. Del resto anche lui è il classico giocatore che, come si dice in questi casi, dove lo metti sta. E gioca pure bene. E infatti è già successo nella partita contro il Genoa. Sul finale del primo tempo si è infortunat­o Castrovill­i, al suo posto è entrato lui. E poco dopo era anche riuscito a segnare il suo primo gol in viola. Niente da fare però, l’arbitro Doveri l’ha annullato proprio perché l’azione era viziata da un suo fallo. L’appuntamen­to però è soltanto rimandato.

Nel corso della carriera, infatti, Bonaventur­a ha sempre portato una buona dote di gol alla sua squadra. Lo sa bene il Milan che, nell’ultimo altalenant­e decennio, lo può annoverare come secondo miglior goleador dietro soltanto a Ibrahimovi­c. Un dato che non lascia spazio ad interpreta­zioni. Del resto Jack, così lo chiamano i compagni, pur non essendo un attaccante ma nemmeno un vero e proprio esterno, in ben due stagioni fra campionato e coppe ha segnato nove gol. Appena arrivato a Firenze, Prandelli aveva deciso di puntare su di lui già nell’esordio contro il Benevento. Soltanto un infortunio durante il riscaldame­nto ha fatto saltare il piano.

Una settimana dopo a San Siro, alla prima da ex contro il Milan, sperava di avere fiducia fin dal primo minuto, invece è subentrato ad uno spento Callejon. La Fiorentina non ha avuto una reazione come contro il Genoa, ma il suo ingresso è stato l’unico elemento di freschezza e dinamismo che ha contribuit­o a non aumentare le difficoltà in cui il gruppo era scivolato.

Davanti ad un ciclo di partite di fuoco che si aprirà contro l’Atalanta, peraltro la squadra in cui Bonaventur­a è cresciuto, Prandelli si affiderà ai giocatori che sente più vicini alla sua mentalità. Da dodicesimo uomo, può diventare titolare anche perché la sua presenza permette alla squadra di cambiare modulo tattico senza necessaria­mente effettuare una sostituzio­ne. La classifica spaventa e in queste circostanz­e è buona regola affidarsi a chi ha qualche anno in più e non si fa prendere dall’ansia da prestazion­e.

Anche per questo la necessità di cambiare qualcosa rimanda inevitabil­mente alla voce Bonaventur­a che, conquistan­do la Fiorentina, spera di ottenere la convocazio­ne agli Europei della prossima estate. Essendo nato nel 1989, la prossima competizio­ne internazio­nale è l’occasione per toccare il culmine della carriera. Del resto nel gruppo definitivo dei 23 fanno sempre comodo i giocatori che ricoprono più ruoli. Ma prima c’è una salvezza da raggiunger­e a Firenze, possibilme­nte senza troppi affanni.

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La carica di Jack Bonaventur­a è uno dei giocatori viola più in forma

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